Pro, così nascono le imprese in trasferta
Il team manager Grassi svela riti e miti dei viaggi tigrotti, tra camere sorteggiate e caffè propiziatori



Per iniziare come viene scelto l'albergo?
Scegliamo hotel a quattro stelle, che garantiscono ottimi livelli di servizio: possibilmente tra quelli già testati nel passato, oppure tra quelli che offrono qualche particolare vantaggio economico.
Dopo la rifinitura si parte: cosa accade sul pullman?
I ragazzi guardano film noleggiati per ingannare il tempo del viaggio. Lo confesso: non ce n'è uno che mi piace!
Arrivati in albergo, cosa succede?
Si assegnano le camere, si concede un riposo e alle 19.45 in punto si cena. Il menù è sempre lo stesso: buffet di verdure cotte e crude, risotto alla parmigiana, cosce di pollo e crostata. Si beve acqua ed è concesso un bicchiere di vino rosso.
Privilegi?
Nessuno, siamo un gruppo unito e anche i dirigenti rispettano questo menù. I ragazzi cenano insieme a un tavolo da venti persone, lo staff ha tavoli separati.
Il dopocena com'è organizzato?
Nel caso ci sia una bella partita su Sky, la vediamo insieme. Altrimenti si va in camera e ciascuno acquista la gara che desidera.
Gli abbinamenti in camera?
Tempo fa c'erano coppie fisse: poi, per migliorare lo spirito di gruppo, abbiamo deciso di formarle casualmente. Lo facciamo io e Saverio Granato (il segretario, ndr) prima di partire. I giocatori hanno stanze doppie, le singole sono per staff e dirigenti.
A che ora suona la sveglia il giorno della partita?
Dalle 8 alle 8.30 è prevista la colazione, poi si torna in camera fino alle 10, quando inizia la riunione tecnica, nella quale si guardano i filmati delle avversarie. Alle 10.45 si pranza.
Il menù stavolta cambia?
Verdure cotte e crude, pasta in bianco con sugo a parte, bresaola e grana con crostata finale.
Poi?
Si torna un po' in camera e poi si va allo stadio. Se si gioca alle 14.30, all'una siamo pronti per il riscaldamento.
Dopo la partita tutti rientrano con il pullman?
Contrariamente a quanto accadeva nel passato, solo tre elementi della rosa possono non rientrare con il pullman: anche qui per proteggere il concetto di gruppo.
Che clima c'è nel viaggio di ritorno?
In caso di vittoria si ride, si scherza, ci si prende in giro in maniera civile. Riceviamo sempre complimenti dagli albergatori che ci ospitano, stupiti dall'educazione e dallo stile dei ragazzi. Quando si perde, come nel caso di Poggibonsi, il ritorno è... un'odissea.
Cosa succede nelle soste all'autogrill?
Ci salutano in tanti e si complimentano con la nuova società. Questo ci inorgoglisce.
Qualche rito scaramantico?
Il nostro autista Alberto, un vero portafortuna. E i dieci caffè pagati da Granato all'autogrill: un rito decennale.
Come mai non andate sempre in ritiro?
Non per motivi economici: è una scelta del mister. Anche se si parte la mattina, prenotiamo delle camere sul percorso per riposare prima del pranzo.
Flavio Vergani
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