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 L'incontro di venerdì prossimo fra i giocatori della Pro Patria e i ragazzi dell'istituto Bertacchi rende felice patron Pietro Vavassori : da tempo attendeva la realizzazione di questo suo desiderio.

«Meglio tardi che mai - esordisce - è da tempo che sponsorizzavo questo momento educativo e formativo per i ragazzi. Lo sport aiuta a crescere nella vita e a rispettare le regole fuori e dentro il campo di gioco. Il titolo che è stato dato all'incontro "Campioni nella vita e campioni nello sport", credo che sia perfetto per sintetizzare quanto detto».
La pazienza è il segreto per far crescere i giovani e Vavassori conferma che la linea della Pro Patria sarà sempre più attenta ai giovani: «Anticipo ai tifosi che l'anno prossimo la Pro Patria sarà composta da un numero di giovani ancor maggiore. Non sempre si troverà il giovane forte come i vari Giannone, Serafini e Cozzolino. Ma con pazienza occorrerà attendere la maturazione dei piccoli talenti. Questo è l'unico modo per rendere compatibile sport, divertimento e conto economico. I tifosi devono capire che i conti alla fine devono tornare».
Calcio e scuola
Vavassori ha già in testa un progetto per promuovere la passione per il biancoblù tra i ragazzi: «Per il momento dico che stiamo sviluppando un'idea a tale proposito, di più non aggiungo perché non voglio rovinare la sorpresa».
I progetti per coinvolgere i giovani nel mondo Pro Patria non mancano, ciò che è assente sono le strutture dedicate al calcio giovanile. «Sono inesistenti - taglia corto Vavassori - è una delle carenze importanti che non aiuta certamente il progetto. Nel passato la Pro Patria si affidava a giocatori già formati, per cui non servivano campi "d'incubazione". Oggi la realtà è diversa. Noi facciamo focus sulla crescita dei giovani, per cui è indispensabile creare sinergie tra prima squadra e settore giovanile che devono vivere in simbiosi. Oggi i nostri giovani giocano a quaranta chilometri da Busto per mancanza di campi, creando diseconomie che incidono pesantemente sui bilanci societari».
«Attendo le istituzioni»
La soluzione? Vavassori è duro al proposito: «Non rispondo perché la mia non sarebbe una bella risposta, la risposta l'attendo dalle istituzioni. Dico solo che lavorare in queste condizioni sul lungo periodo si tramuta in una penalizzazione che è più grave di quella avuta quest'anno sul campo».
Flavio Vergani

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