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Suona il telefono e già dal trillo capisco che c'e'della tensione nell'interlocutore. Forse è il Giò Pellegatta? No, stavolta no! Guardo il display e leggo "Marco".
E' il Grecchi...Ciao, come va eccetera eccetera, ma chi se ne frega, lui non ha chiamato per quello e nemmeno io ho voglia di convenevoli. E allora via con il succo del discorso. Ero a Siviglia per i miei primi 50 anni, come è andata ad Alessandria?, chiede il Grecchi.
Ma in realtà aveva già parlato con "il Francesco" e allora eccoci al punto: Flavio, cavoli, sono teso per domani, ma è una tensione che va a braccetto con la soddisfazione di avere in tasca il jolly che ci farà vincere, comunque vada. Sento una tensione diversa, quasi "zen", non come l'ultima volta che mi sentivo rapito dall'attesa.
Rimango un pò perplesso, va bene che a cinquanta si diventa riflessivi, ma il Grecchi senza ansia zen o non zen, non riesco ad immaginarmelo, è troppo da fantacalcio.
Ma ecco la botta finale che mi riporta alla realtà:" Vedi Flavio, ho finito di lavorare alle cinque di questa mattina, adesso vorrei andare allo stadio a vedere i ragazzi , perchè questa domenica non arriva mai. Sai se si allenano a porte chiuse?"
Dico di no. "Bene allora ci vediamo allo stadio, aggiunge il Grecchi, ho bisogno di Pro Patria!"
Comincia ad essere lui, il "tossicodipropatria" in costante crisi d'astinenza. Cerca la dose e allo stadio sa di trovare i migliori spacciatori. Il sol pensiero lo aiuta a trovare lucidità, ed ecco il capolavoro: "Senti Flavio, stanotte, mentre lavoravo, ho composto una poesia dedicata alla Pro Patria. Non è che la puoi pubblicare? Sai, queste vigilie mi ispirano...
"Te la mando via mail".
Passa un attimo e incontro il Grecchi allo stadio, ha in tasca il foglio con la poesia, me la consegna e corre via, ma prima dice : "Dovevo rimanere cinque minuti, ma è un ora che sono qua, scappo a lavorare".

Leggo la poesia, mi ricorda  di Leopardi "La sera del dì di festa"...ma il Grecchi è una tigre e la chiama: "Mai banali".

Pro Patria, un'emozione per sempre in una città che non ti ama abbastanza e questo non è per niente banale.

Flavio Vergani


                                                  MAI BANALI (di Marco Grecchi)

Il tempo gioca con quelle maglie
intrise di storia e sudore.

Il destino spesso avverso
colpisce duro,
ma dura è la tempra
di chi indossa la casacca blucerchiata.

Fango, sudore, impegno,
tanto vuole il popolo biancoblù,
bistrattato e deriso,
non piegato,
attaccato e vilipeso,
mai in fuga da un amore grande.

Chi è passato di qui
ne ha ricavato il ricordo
di un’esperienza unica,
nel bene e nel male.

Chi ha calpestato l’erba dello Speroni
difficilmente se ne è andato
senza serbarne
un ricordo incancellabile.

Tifosi unici,
capaci di autoflagellarsi per un nonnulla,
di macerarsi nei dubbi e nella sofferenza,
proprio come un amante
troppe volte tradito,
eppure pronti a sciogliersi in un sorriso
solo un attimo dopo
e a darti tutto
perché tutto è la Pro per loro.

Comunque finisca,
comunque sarà finita
questa avventura,
porteremo con noi
il sapore amaro e dolcissimo
delle imprese più belle,
delle sfide intrise di sacrifici e scetticismo. 


Come un dono inaspettato,
come una sorpresa,
come l’amore per una maglia
che non puoi non amare,
come i brividi che provo
quando vedo quella divisa, che trasuda miti e leggende,
correre anche per me
verso il futuro.

Una storia, un presente
ed un domani
mai banali,
una città che forse non ti ama abbastanza, cara Pro,
e che certamente non ti merita,
per un’emozione che dura una vita.

2 commenti:

marco grecchi ha detto...

Grazie Flavio per la simpatica descrizione della mia tensione pre-gara e per l'ospitalità che mi hai concesso in questo sito.
Non sono certo un poeta, ma l'emozione di un tifoso è una cosa inspiegabile a parole e difficile da rendere.
Spero di avere "passato" agli amici che avranno letto la mia poesia almeno un po' del mio amore per la Pro.
Grazie a tutti per questa indimenticabile stagione, davvero "MAI BANALI" nel bene e nel male; qui a Busto siamo abituati alle emozioni forti e l'amore si coltiva così.

Anonimo ha detto...
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