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Seicento spettatori per Pro Patria Verona sono pochi o sono tanti? Chi lo sa. Non che da altre parti se la passino meglio come indicano questi date della Gazzetta dello sport relativamente agli spettatori presenti nelle gare di Coppa Italia di categoria superiore:
 Empoli Vicenza settatori 1000
Sassuolo Avellino spettatori 611
Grosseto Carpi spettatori 632
Varese Pontisola spettatori 1168
Cittadella Carrarese spettatori 686
 Certamente occorre contestualizzare per trovare una risposta. Era Agosto, il fascino della gara pari a zero, i prezzi di ingresso da listino  e la crisi sempre presente. Patron Vavassori dice che chi ama la Pro trova i 12 euro ed ha ragione, infatti quelli c’erano dal primo all’ultimo, chi mancava erano gli altri. La crisi c’entra eccome e per molti occorre fare delle scelte. Se non appartengono al gruppo dei sempre presenti anche quando piove e fa freddo, decidono se andare allo stadio oppure con gli stessi soldi andare in piscina o a mangiarsi una pizza. Questione di priorità, non tutti vivono di pane e Pro Patria e non basta dire “venite allo stadio” per avere la certezza di un adesione massiccia. La Pro non è per tutti un “obbligo”, per molti è solo un’opportunità e su questi occorre lavorare. 
La Pro è come un prodotto di marca acquistato regolarmente dai fedelissimi, quelli che lo scelgono a prezzo fisso e senza esitazioni da anni e non lo cambierebbero mai nemmeno in cambio di due fustini di Dash, ma occorre fare awareness nei clusters che per diversi motivi acquistano la concorrenza. Un cluster facile facile da convertire è quello degli sfiduciati che dopo le partite con il Padova e il Feralpi Salò hanno fatto un giuramento a sé stessi: “mai più allo stadio, se deve sempre finire allo stesso modo”. Una frase che nel passato era risuonata più di una volta dopo i finali deludenti ma che quasi mai aveva prodotto un disamoramento di tali dimensioni. Stavolta in molti non hanno scherzato e alle parole hanno fatto seguire i fatti. Questi hanno la Pro nel cuore, si sentono però feriti, umiliati e un po’ presi in giro dagli eventi. E non hanno per niente torto.
Per riconquistarli occorre credibilità societaria e questa c’è e un’attenzione che li faccia sentire di nuovo protagonisti, importanti, desiderati. Certamente la società di Vavassori ora ha un credito nei riguardi dei tifosi. Il biglietto da visita parla chiaro. Siamo di fronte a signori con la S maiuscola nella vita, nella professione e nello sport. Gente che è arrivata dopo un terremoto economico devastante e che dalle macerie ha ricostruito un castello di certezze in campo e fuori dal campo.
 Basterà per avvicinarse i più dubbiosi? In parte sì, ma non sarà certamente sufficiente. A Busto lo stadio pieno si è avuto solo ed esclusivamente quando si era in testa alla classifica, oppure quando si disputavano i play off. Inutile illudersi che possa essere diverso. Quello che però si può fare è migliorare l’offerta. I prodotti che non vengono venduti “ a scaffale” per il loro prezzo o perché poco conosciuti, migliorano la rotazione incontrando il cliente nelle corsie promozionali dei supermercati tramite offerte forti, sottocosti, tre per due e operazioni che mirano alla “prova test”del prodotto per poi fidelizzare il cliente con successivi recall commerciali. A nostro avviso occorre procedere in tale direzione uscendo da una logica un po’ troppo ingessata di comunicazione commerciale che non privilegia la strategia del “one to one” quale regola di ingaggio del potenziale nuovo spettatore. Avevamo qui proposto alcune soluzioni per dinamicizzare la campagna abbonamenti e  che andavano in tale direzione. Speriamo possano trovare realizzazione se non subito, fra breve. Siamo consci che occorre una struttura organizzata per gestire certe novità, ma per crescere diventa obbligatorio coltivare anche l’aspetto gestionale con l’arricchimento dell’organigramma o con l’outsourcing di talune attività.
 Crediamo che con uno sforzo si possa pensare di presentare qualcosa di nuovo che stuzzichi le curiosità della gente, la coinvolga, la abbracci e la faccia sentire di nuovo parte di un progetto.
Ci ha un po’ stupito la mancanza di coerenza relativamente al progetto giovani. Dopo l’ultima partita casalinghe nella quale furono ospiti diversi studenti delle scuole, ci aspettavamo una maggiore attenzione nei loro riguardi con agevolazioni di ingresso fin dalla prima partita della stagione
In futuro ci aspettiamo un bilanciamento tra  qualche ingresso facilitato ai ragazzi con qualche agevolazione in meno per altre categorie ora privilegiate. 
Ripetiamo e lo ripeteremo fino alla noia che contestiamo vivamente l’attenzione indiscriminata agli over 65 che a nostro avviso non sempre sono sinonimo di persone con difficoltà economiche. Ne segue che facciamo fatica a capire la costante opportunità riservata loro di entrare allo stadio in tutti i settori con biglietti ridotti. Per prima cosa lo si limiti al settore popolari, in quanto è davvero un controsenso che un over 65 scelga un abbonamento di tribuna ridotto per presunte difficoltà economiche, quando potrebbe entrare nei popolari spendendo la stessa cifra o meno pagando la tariffa intera. 
 A nostro avviso occorerebbe dedicare il massimo dell’attenzione agli over 65 che effettivamente hanno difficoltà economiche garantendogli gli opportuni sconti, ma per tutti gli altri rimane davvero incomprensibile il motivo per cui vengano inclusi in fasce economicamente protette.
 Il saving economico derivante da questa anomalia potrebbe essere destinato ai giovani, che sicuramente non dispongono di generose risorse economiche,  vista la disoccupazione imperante o  lo status di studente che spesso li caratterizza.  Una scelta etica e di buonsenso che va al di là del valore economico intrinseco.

Infine, occorre conquistare il cluster che st alla base nella famosa piramide utilizzata dagli esperti di direct marketing per targettizzare la clientela. Una base numerosa e “very cold”.Una freddezza che classifica gli appartenenti a questo gruppo come i più difficili da convertire e con un elevatissimo “contact cost”, ossia l’investimento necessario per l’acquisizione come clienti. Per questi potenziali spettatori non sono sufficienti appelli di nessun genere, ma occorre dedicare loro investimenti economici  mirati per portarli allo stadio a costo zero ( per loro), per poi coltivarne la fidelizzazione con opportune strategie di recruting.
Ovviamente, la strada più corta per raggiungere qualsiasi clusters è quella della vittoria sul campo, che sempre genera entusiasmo e voglia di partecipazione all’evento. Oggi la Pro Patria ha tanti tifosi e pochi spettatori, ora occorre aumentare gli spettatori in prima battuta per poi trasformarli in tifosi subito dopo. Poi, anche un’amichevole di mezza estate con il Verona avrà la giusta cornice di pubblico e il patron avrà riconosciuti i suoi meriti fino in fondo. Per ora ha un bel credito da spendere nella prossima campagna abbonamenti, quando nessuno potrà trovare le solite giustificazioni visto che oggi la società c’è, la squadra pure. Ciò che mancano sono gli spettatori. E questo è il momento di rispondere all’appello con un convinto : PRESENTE!
Flavio Vergani

16 commenti:

Luciano Sierra ha detto...

Magari con qualche rinforzo risponderemmo ancora + presenti caro Vergani e la gara di ieri ha messo a nudo la realta..........

Anonimo ha detto...

bravo Flavio speriamo che le tue parole siano ascoltate da tutti...!!!!

Anonimo ha detto...

Non conosco Vergani ma gli faccio i complimenti, da come usa termini di marketing puro credo che sia un markettaro con i fiocchi. Bravo!

sergio montanari ha detto...

Tutto giusto, ma con rispetto parlando, lo staff attuale è troppo poco numeroso e senza competenze specifiche per tali progetti. Occorre gente come alla Yamamay.

Anonimo ha detto...

ottimo pezzo, finalmente qualcuno con visione strategica

Anonimo ha detto...

tutto ok
ma la società deve dare spazio ad un vero addetto alla comunicazione con delega al marketing
non posso offrire un prodotto lancio a 8 euro e poi un'intera stagione gratis!!!
ci vuole intelligenza e attenzione ed è sulle generazioni più giovani che si deve lavorare, non sugli over 65. il prodotto propatria funziona nella misura in cui fa fatturato... ergo servono stimoli nuovi per spettatori (non ancora tifosi) nuovi.
una tessera fedeltà per gli under 16 che permetta di entrare senza fare la coda tutte le domeniche ma con sconti vari con esercizi del territorio... io mi candido per lavorare in questo senso. FORZA PRO!!!
giuseppe.5

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

ottimo giuseppe 5, concordo

Anonimo ha detto...

Caro Vergani, vorrei spendere due parole a favore degli over 65, una categoria di spettatori che tu vorresti fosse più attenzionata.
Ti faccio presente che cambiare in corsa abitudini consolidate nel tempo non è produttivo. Guarda allo stadio. Le persone occupano quasi per istinto lo stesso posto partita dopo partita, anno dopo anno, quasi come se fosse una loro sedia di casa. Dire a queste persone che, allo stesso prezzo possono accomodarsi nel settore opposto del campo è come farli sedere su uno sgabello di legno anzichè sull'abituale poltrona. Guarda inoltre coloro che seguono la squadra in trasferta. Sono gli over 65 a fare la parte del leone (almeno fino a quando la salute fisica li sorreggerà) per cui andiamoci piano con i tagli dei benefici a queste persone che sono la forza della tradizione che si tramanda alle generazioni successive. Favoriamo invece in modo molto concreto i giovani che sono la cassaforte per il futuro.

flavio vergani ha detto...

Nessuno dice che debbano cambiare poltrona,ma solo pagarla per quel che vale. Over 65 con Suv, casa al mare e pensione da vip, credo possano pagarsi la poltrona a prezzo intero evitandosi un "ridotto"che non ha nessuna giustificazione
Quanto alle trasferte,ci sono anziani e giovani, spesso i giovani in curva e gli altri in tribuna, per cui un motivo anche qui ci sarà.Avere paura dei cambiamenti significa rimanere fermi, poi non lamentiamoci dei soliti 600!

Anonimo ha detto...

mi ripeto bravo Flavio speriamo che tutti capiscono le tue parole.......!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

giusto Vergani. sei una persona obiettiva, non ipocrita...NON FARAI CARRIERA !!!!
anche se io ti faccio i miei migliori auguri

Anonimo ha detto...

x anonimo 13,56 - Come si fa a dire che si è obiettivi quando si afferma che gli over 65 hanno soldi da buttare. Certo, ci sarà anche lo sbruffone che mi par di capire è preso un po' di mira nei vari discorsi fatti ma vi sono anziani che vivono di sola pensione (e senza SUV e case al mare) e in ogni caso non si può chiedere la dichiarazione dei redditi che non ò detto sia sempre veritiera. La politica giusta da fare è incentivare i giovani senza penalizzare gli altri.

Anonimo ha detto...

12,38, ci sono persone disoccupate a 20 anni, a 35 e a 50, almeno avessero la minima, secondo te 65 nni vuol dire povero e 30 anni vuol dire ricco? Dove vivi ? Sulla luna? La crisi ha reso poveri tutti, non solo gli over 65

Anonimo ha detto...

Vergani ha detto di NON fare lo sconto agli Over 65 che vanno in Tribuna, no a quelli che vanno ai Distinti o Popolari. Qualcuno non sa leggere, cazzo!

Anonimo ha detto...

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, comodo fare i vip con abbonamento scontato e magari entrare anche in sala vip a mangiare gratis la tortina VERGOGNA