FUORI DAL TUNNEL
E’ passato solo un anno da quando eravamo vagabondi nella terra di nessuno, protagonisti di un incubo. Disorientati vagavamo in un tunnel senza luce e con l’uscita ostruita da un masso di debiti grande come la montagna. Ci siamo improvvisati minatori, ma nessuno ha avuto la carica sufficiente per sgretolare il granito. Poi un raggio di luce ha fatto il miracolo e ha saputo creare un pertugio per tirarci fuori dalla galleria degli orrori e degli errori regalandoci una nuova speranza. E’ passato solo un anno da quando il pessimismo più profondo ci aveva avvolti con la penalizzazione che per quasi tutti, per non dire tutti, voleva dire sprofondare nel baratro della serie D. E’ passato solo un anno da quando una banda di ragazzini vestirono la nostra maglia onorandola e sudandola fino all’impresa di una salvezza che profuma di vittoria.
Un anno durante il quale ci siamo dimenticati di quando avevamo fame, un anno durante il quale ci siamo dimenticati di quando eravamo pessimismi, un anno durante il quale ci siamo dimenticati di quando avevamo timore degli esterni bassi, di quel mister senza esperienza, di quel direttore generale che non conosceva il calcio che conta, di quel vertice basso di un rombo disassato, di quel patron che comunicava troppo poco.
LA ROMBATURA DEL CERCHIO
Un anno difficile, su questo nessun dubbio, nel quale si è dovuto cercare la quadratura, anzi la rombatura, in campo e fuori. Ci si è dovuti cercare e capire, per comprendere uno stile e una filosofia strategica e manageriale diversa dal passato. Coraggiosa senza dubbio, ma profittevole per un futuro ambizioso. Si sono dovute capire le persone, smussare gli spigoli che urtavano reciprocamente, sfumare gli orgogli del si è sempre fatto così , coniugare i verbi al futuro e non al passato, ricostruire quello che era stato demolito da anni di allegre gestioni.
IL VALORE DELLA NORMALITA’
Questo, insieme a quanto fatto sul campo, sono i tesori che ci troviamo tra le mani un anno dopo. E’ senza dubbio “tanta roba”, frutto di fatica da parte di tutti, conseguenza di chi ha saputo guardare avanti con lo sguardo fisso verso un obiettivo. Difficile apprezzare oggi quello che non avevamo ieri. Ma dobbiamo fare lo sforzo, per evitare di apprezzare il valore solo quando ci viene tolto di mano. Occorre fare lo sforzo di apprezzare la normalità. Non è facile, lo so. Normalità, un concetto che può avere diversi livelli di percezione, che puo’ sembrare aleatoria a qualcuno e ambiziosa ad altri, ma che non perde la sua qualità che sa trasmettere serenità. Oggi siamo sereni, normalmene sereni, eredità di un anno vissuto con intensità da tutti gli attori del palcoscenico biancoblù. Non sprechiamo questo momento. Assaporiamolo e gustiamolo con rinnovata passione, ma non sprechiamolo. Evitiamo che la normalità spenga gli stimoli propri dell’emergenza. Non diamo nulla per scontato e viviamo a cento all’ora come abbiamo fatto in questi anni, quando punti sul vivo abbiamo dato la risposta giusta al momento giusto. Noi protagonisti nel passato, ma anche attori principali del presente, chiamati ad interpretare non una parte, bensì la nostra parte.
Quella dei tifosi, proattivi nel progetto, protagonisti nel sostegno ai ragazzi sul campo, trame e ordito della nostra bandiera. Siamo cresciuti molto rispetto al passato e lo si vede dal fatto che nessuno ha più paure o timori per i molti giovani in arrivo. Qualche tempo fa era considerato un indicatore debole nella valutazione delle ambizionio societarie. Oggi, abbiamo capito che c’e’ giovane e giovane e il campo, unico vero giudice del nostro amato sport, ha già abbondantemente sentenziato che qui hanno l’occhio sveglio per scegliere i migliori. Anche per Ferrara è passato un anno e oggi vanta il suo credito e raccoglie quel che ha seminato quando c’era tempesta.
CRITICHE SI , PREGIUDIZI NO
Ci fa male leggere alcuni commenti che delegittimano il progetto a prescindere, non perchè siamo “leccaculo” o “paraculi”come facilmente qualcuno ci definirà, ma solo perché distruggono senza proporre un’alternativa concreta. Giusto esprimere il proprio parere con una critica costruttiva , ma accompagnando l’ analisi da una proposta concreta. Questo spesso non si ode e allora il commento diventa poco costruttivo, chiaro nell’ obiettivo che si pone, ma astratto in termini di propositività.
I CECCHINI DELL’ONLINE HANNO SEMPRE TORTO
Non ci piace nemmeno quando si punta il mirino su posizioni deboli o facilmente strumentalizzabili, sparando nel mucchio con il volto coperto, per avere la certezza dell’immunità e della impunibilità. Meglio sarebbe alimentare un dialogo e un confronto, soprattutto quando si citano dei nomi e dei cognomi, senza avere pari civiltà di presentarsi.
Libertà di espressione, questo sempre , censura da parte nostra mai, perché siamo fatti così, ma solo una riflessione che aiuti a far crescere l’intero ambiente. Trincerarsi dietro sé stessi parlando male degli altri, è il miglior modo per colpire l’obiettivo con uno stile “da cecchino”, ma qui nessuno vuole guerre, combattenti e nemici. Qui vogliamo solo il bene della Pro Patria.
L’’anonimo, a nostro avviso, ha sempre e comunque torto e quindi lascia il tempo che trova, soprattutto quando attacca spaventato dalla propria identità. Trovare invece il coraggio di citare nomi, dopo aver scritto il proprio, è dimostrazione di grande civiltà comunicativa e questo, ovviamente, certifica il proprio parere, al di là della condivisione o della replica della platea.
COSTRUIRE CON IL CONFRONTO
COSTRUIRE CON IL CONFRONTO
Non demoliamo con piccole gocce di risentimento che alla lunga potrebbero corrodere ciò che la passione di molti e gli investimenti di altri, ci hanno regalato un anno dopo. Troviamo il coraggio di confrontarci sempre , piegandoci mai, ma trasmettendo l’idea del coraggio delle proprie azioni che non può e non deve essere sinonimo di incapacità di dire la propria, senza guardare negli occhi l'obiettivo della critica. Un anno fa, non c’era questa Pro e oggi dobbiamo essere fieri di stringere tra le mani la nostra bandiera, pronti per partire per un’altra splendida avventura e questo crediamo non abbia prezzo.
Un anno che ci ha regalato "quattro passi in avanti nella realtà e mille miglia di speranza".
Flavio Vergani
7 commenti:
Ottime riflessioni flavio.
I numeri che quella “truppa di ragazzini” hanno al loro attivo sono paurosi, sono e saranno ( purtroppo) dannatamente irripetibili, perché sotto certi aspetti abbiamo superato persino l’immaginazione del più ottimista dei tifosi, del più critico dei critici, del miglior competente/opinionista di calcio giocato.
Tredici partite consecutive senza perdere all’andata sembravano un miraggio ma così è stato, ma loro hanno saputo fare di più, dopo la sconfitta con il Renate si sono superati, hanno demolito pure l’impossibile: arrivare dritti fino alla fine senza più perdere, virtualmente vincere il campionato a 3 giorni dalla fine con 4 punti di vantaggio sulla seconda… roba da bloccarti il respiro. Numeri da leggenda del calcio.
Tutto ciò è passato però, tra poco altre sfide faranno parte della storia di questo progetto, nel bene e nel male.
Il salto di qualità che Flavio chiedi ai tifosi è un passo dovuto che allinea chi ama la PRO al progetto che dovrà rilanciare questa compagine nel futuro del “calcio nuovo”, quel calcio che ovunque ( non solo a Busto), vivrà di gioie e dolori per quello che ci si può permettere, senza più illudere ne deludere, come hanno fatto passate gestioni, costruendo palazzi su fondamenta di sabbia.
Lo dobbiamo a questi ragazzi, lo dobbiamo alla società, lo dobbiamo agli sponsor, perché nessuno è obbligato a dare più di quanto può. Ognuno che permetta ai nostri giovani, di riempirci cuori e domeniche tutti stretti attorno alla NOSTRA SQUADRA E NEL NOSTRO STADIO, merita rispetto e aiuto.
Sono realista e preparato a qualsiasi situazione ma ho strane sensazioni.
Potremmo benissimo ritrovarci al giro di boa in affanno per conquistare un posto in zona salvezza e quindi vivo con un po’ di apprensione ciò che ho letto questi giorni su questo blog… commenti che non hanno nulla di sportivo, men che meno di costruttivo, identici nel tono , nelle argomentazioni e nelle offese, ai tanti commenti piovuti in quei mesi difficili d’inizio torneo scorso.
Non sono abituato a rivangare cose ormai sin troppo discusse che hanno ferito “la sportività” di ogni vero tifoso, ma per tutte ne ricordo una avvenuta quando ormai la squadra era un treno, aveva demolito un record e si apprestava a superarlo. Non ricordo bene in che partita in casa, la squadra era stanca e il nostro Bruccio non era in grande giornata, dopo averci donato partite e partite da migliore in campo e reti da 3 punti… ebbene dagli spalti delle tribune centrali qualcuno riuscì a fischiarlo.
Mi chiedo perché, vorrei capire perché e da dove nasce l’esigenza di compiere un gesto simile senza vergognarsi, senza rendersi conto, dei tanti tifosi attoniti costretti a subire una simile ingiustizia verso un ragazzo di smisurata generosità e bravura.
Se dentro di noi riuscissimo a darci una risposta logica e intelligente, di conseguenza scopriremmo anche la soluzione: quel salto di qualità che Flavio ci sta chiedendo, indispensabile per non scomparire calcisticamente e per sognare ancora di più quel traguardo che ognuno di noi in cuor suo spera.
Il passato molte volte aiuta per costruire INSIEME il futuro. Ciò che si puà leggere dall'articolo dello storico Giacomelli sulla grave assenza di rappresentanti della attuale società per l'ultimo saluto al leggendario Oldani lo trovo un ennesimo episodio che testimonia l'indifferenza verso la storia. Peccato che qui nessuno se n'è accorto...
e chi è questo Giacomelli per parlare ?
Appunto sto Giacomelli ha rotto le palle con gli articoli dell'anteguerra sulla Prealpina (gia nn capisco xke lo fanno scrivere)... solo x avere l'accredito?... vai in pensione!!...con questo senza nulla togliere ai grandi ex che hanno fatto la storia della squadra...Onore a loro
Giacomelli, spazio ai giovani!! Spero vivamente che la società non lo accrediti, per chi scrive ? Per Epoca?
Guardiamo avanti e non sempre indietro.
A me interessa che la società ci sia quando gioca la pro e non ai funerali
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