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giovanni toia
Quella di domenica non sarà una normale partita. E non potrà mai esserlo per Giovanni Cusatis quando si troverà di fronte la Pro Patria. Col tempo scenderà il livello emotivo, ma adesso è al top per l'ex tigrotto, ora sulla panchina dell'Alessandria: e mancano quattro giorni al big-match del Moccagatta.
«Piacevole tortura»
«È qualcosa di speciale per tutti i risvolti emotivi che scatena questa gara - dice Cusatis - Per la società e per il gruppo con i quali ho lavorato, e naturalmente per lo straordinario campionato che abbiamo portato a termine tutti assieme. Non sarà mai come le altre la partita con la Pro».
Questa intensa carica emotiva dipende anche dai tempi troppo ravvicinati fra la conclusione del campionato passato (6 maggio) e l'appuntamento (9 settembre). «Quattro mesi non sono niente: è freschissimo il ricordo, le immagini, insomma il vissuto alla Pro Patria. Quando sono usciti i calendari la prima cosa che ho fatto è stata, ovviamente, guardare la giornata inaugurale, la seconda cercare quando avrei giocato contro la Pro Patria. E quando ho visto che già alla seconda c'erano i ragazzi, mi sono detto ?questa no, è come una tortura?».
I novanta minuti per Cusatis contengono anche un'altra specialità: «L'esordio davanti ai nostri tifosi, un pubblico esigente che vorrà vedere la squadra subito alla vittoria contro un avversario come la Pro Patria, con tradizione e blasone. E anche perché un po' di rivalità è sempre esistita».
A maggior ragione dopo il tennistico 6-0 di omenica a Fano, che è costato la panchina all'allenatore dei marchigiani Karel Zeman (figlio del tecnico della Roma). «Prima di tutto voglio dire che mi dispiace per Zeman - ammette Cusatis - Non capisco come si possa esonerare un allenatore dopo la prima giornata, anche se ha perso male. Però a Fano avranno fatto le loro valutazioni. Noi dobbiamo stare con i piedi per terra, perchè quella partita è andata in un certo modo e domenica ne avremo un'altra, completamente diversa e difficilissima. Conosco il carattere dei giocatori della Pro e so che arriveranno motivatissimi dopo la sconfitta col Savona. Ma per noi è il debutto in casa: perciò vogliamo fare bene, oltre che per dare continuità. Prevedo una battaglia: troveremo una Pro Patria rafforzata con Falomi e Calzi».
«Nessun rimpianto»
Ed è soprattutto il reparto avanzato tigrotto che teme Cusatis: «In grado d'inventare sempre qualcosa con Giannone e l'intelligenza di Serafini, È vero, mancherà Cozzolino, ma Falomi è un giocatore di categoria. E comunque, diciamocelo chiaro, tutta la squadra è di grande spessore».
Emozioni, tensioni, timori, ma anche la difficoltà nel «rimanere freddo e distaccato nel preparare la partita: ammetto che non è semplice, ma adesso devo vincere con l'Alessandria». C'è un però per Cusatis: «Quell'immagine che ho sempre negli occhi, quando al termine di ogni partita andavamo in mezzo al campo e ci abbracciavamo. Lì c'era la forza del gruppo biancoblù, e con quella abbiamo costruito una stagione straordinaria».
Saudade tigrotta?«No. La gioia di aver partecipato, un grazie a tutti, patron e Ferrara, ma sempre più convinto che la decisione presa in primavera di provare altrove era quella giusta».

4 commenti:

Anonimo ha detto...

niente da dire ,decisioni legittime... ma,visto che la decisione era stata presa in primavera,la conferenza stampa di fine campionato assume i contorni della farsa,come i contorni della farsa li assumerebbe un eventuale ritorno di un infame ,scappato di notte come ripa francesco,bravo giocatore (in c2...) ma pessimo personaggio ,da dimenticare per sempre e che sarebbe la pietra tombale della credibilità di questa dirigenza... basta errori...

Anonimo ha detto...

avanti di questo passo e accoglieremo pattoni e i tesoro con la banda e le chiavi della città... mi tengo stretta la mia dignità,il signore di battipaglia non osi farsi vedere.

Anonimo ha detto...

E se chiedesse scusa e venisse portando i soldi messi in saccoccia da "qualcuno" con la finta rescissione, che ne direste?

Anonimo ha detto...

troppo facile... noi siamo i nostri errori e come succede in ogni ambito ,gli stessi si pagano sempre... non basta la parola "scusa" a medicare le ferite ,ma atti reali che dimostrino il cambiamento.