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Un urlo di gioia al goal di Comi, così si concludeva lo scorso anno col Mantova. Domenica 11 novembre ritroviamo il Mantova: l''inizio del match non è stato dei migliori, e il pubblico non ha certo esitato a farlo notare come nelle precedenti due/tre partite casalinghe. Quel ragazzo ha sentito tutto: Luca Giannone, ragazzo dalla rapidità fulminante e tocco di palla eccellente, battezzato come "il Messi della C2"... Il più corteggiato di tutta la Serie C.  Lo scorso anno, pian piano si è ritagliato uno spazio negli 11 titolari, presto è diventato importante, fino a divenire match-winner contro i vari: Rimini, Entella, San Marino, Alessandria... Per citarne alcune. Il ragazzo segna, è rabbioso, i mantovani sono silenti al suo gol, ed allo stesso modo lui vorrebbe vedere i supporters biancoblù: ci zittisce tutti quanti portando il dito indice alla bocca, lo fa più volte rivolgendosi naturalmente a chi per lui senza mezzi termini aveva gridato vari epiteti  verso il campo. Qualche compagno lo abbraccia, cercando di distrarlo. Lui si scansa, e tiene il dito davanti alla bocca, mormora qualcosa. La tifoseria, prima esulta, poi nota questa reazone  e a  tratti non nasconde la propria disapprovazione. Volano insulti e paroloni. 
Il mio punto di vista: credo che chiunque indossi la maglia biancoblù meriti rispetto e vada difeso, non prendo posizione davanti al  gesto del giocatore, sia pur assolutamente sgradevole, che forse ha sfogato la rabbia che aveva dentro senza pensare alle conseguenze e a quel che poteva scatenare. Quel gesto mi ha comunque ferito, anche se penso che non siano un paio di partite storte a cambiare il valore di un calciatore. Mi preme ora però ricordare una storia che si contrappone a quella svoltasi ieri sul prato del Carlo Speroni. È una storia molto recente, che anche io, che non calco le tribune dello stadio da molto, ho potuto vivere. Questa storia comincia nell'Estate del 2009, dopo la Serie B sfumata. Il neo-patron Tesoro deve ricostruire una squadra che l'anno prima aveva sì dato spettacolo ma che si fondava principalmente  su "uomini" dal valore calcistico innegabile ma altrettanto innegabilmente non legati alla maglia biancoblu, ragazzi che migrarono in fretta verso altri lidi, all'indomani dello storico 21 Giugno 2008. 
La nuova presidenza cominciò a prendere nuovi giocatori e tra questi c'era anche qualche nome abbastanza noto: i vari Caglioni, Aquilanti, Pacilli e poi?... Forse il più celebre:Matteo Serafini. Ricordato per i tre gol alla Juventus si presenta bene a Busto. Segna con l'iniziare del campionato. La prima firma la mette su rigore contro il Perugia, diventa in fretta capitano, fa parecchi goals anche se la squadra galleggia continuamente nei bassi fondi della classifica. Ad tratto il buio... Serafini non segna più, la squadra annega pian piano e il "patatrac" è fatto. Si va ai playout, e i tifosi sono rabbiosi,  potrebbero calmarsi in caso di riscatto nei playout stessi. A Busto arriva il Pergocrema, squadra basata su "palla lunga e sperare che Le Noci faccia gol". A Busto la Pro è avanti: 2-0. Viene rimontata 2-2 e la retrocessione è nei paraggi. Gaudenzi riserva l'ultima manciata di minuti del match a Busto appunto a Serafini. Quest'ultimo non è in forma come d'altronde da qualche mese. Per la maggior parte dei supporters non manca la forma, ma l'impegno. Matteo Serafini viene apostrofato con ogni tipo di insulto. Tutti a Crema: segna Ripa, pareggia Galli. Siamo in C2. Ricordo quella sera come se fosse ieri. Mi recai allo stadio dieci minuti prima del rientro del pullman. Appena i fanali illuminarono via Ca' Bianca, fu davvero difficile non sentire gli insulti rivolti  alla squadra. I cori più gettonati furono:<>. E poi ecco gli insulti per il ragazzo bresciano, seguiti da:<> e molto peggio. Ma il top deve ancora venire: qualche giorno dopo i ragazzi su ordine di Tesoro si allenano ancora, i tifosi (giustamente) sono ancora furiosi e qualcuno, per completare l'opera, fa pipì sulla macchina del capitano. Lui vede e sente tutto. Non una parola, non un gesto: niente. 
L'Estate, amarissima passa pian piano. L'aria di mare calma gli animi. Ricomincia la stagione. La squadra è stravolta per l'ennesima annata, ma comunque ha un valore da serie superiore e lo dimostra subito. Mister Novelli carica per bene i ragazzi che alla prima giornata strapazzano il Casale:0-3. Per Serafini qualche minuto con un gol sfiorato. Poi la Valenzana, per finire con la sconfitta di Savona. Un buonissimo inizio. È Ripa il bomber, circa un gol a partita per lui, ma Serafini c'e' anche se ha la fortuna avversa, coglie pali clamorosi, i portieri murano i sui suoi tiri. La fiducia della tifoseria sta ritornando, un tantino per volta e poi la consacrazione. Tutto passato, in una domenica gelida sotto la neve: la rimonta più bella. Con la Feralpi all'89' il capitano arpiona la sfera e gela l'imbaccuccato Branduani. Gesti? Parole? No! Calzi lo abbraccia, lui si toglie la maglia, rimane in maniche corte e si butta nella neve gelida. Personalmente non so che conseguenze salutari abbia avuto quella caduta nella neve, ma penso che se il buon Matteo ha avuto un'influenza sia stata la più bella della sua vita. Sì, perchè oltre a congelare lui in quel mucchio di neve, credo che si sia congelato tutto quello che era successo prima. Tutto. Anche coloro che lo avevano criticato ed insultato esultano (bisogna avere fiducia nei nostri ragazzi per non pentirsene dopo...). Per Matteo è finito quell'incubo, anzi, comincia un sogno. A Gennaio: Ripa ci lascia, lui no. Lui rimane, come sempre. Lui diviene il nostro trascinatore e comunque vada, lui mette sempre la faccia. Grazie capitano per averci insegnato che solo impegno, risultati e non gesti eclatanti azzittiscono il pubblico e per aver saputo accettare le nostre critiche, sbagliate nei modi, come solo un signore sa fare.
Alessandro Bianchi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un capitano...c'e' solo un Capitano...un capitanoooooo

Paolo Ch ha detto...

Yes Sera x sempre!!

marco grecchi ha detto...

Piede educato e testa alta, una gran persona prima che un signor giocatore.
Domenica è stato per me il migliore, come da tempo accade.

paola piera macchi ha detto...

MATTEO SERAFINI esempio di umiltà eleganza signorilità in campo e fuori. grande giocatore con raffinato tocco di palla e grande visione di gioco. l'ho sempre sostenuto anche nei periodi non esaltanti. grazie al capitano
paola macchi

Anonimo ha detto...

Grande spessore ha dimostrato Serafini ma grandi doti di giornalista sta dimostrando sempre più Alessandro
Andrea Fazzari