Correa ricorda invece il dream team, la squadra dei sogni, un campionato dominato sul campo, ma tragicamente terminato con il bluff del play off. Da lì molti altri dissero stop con l’appuntamento allo stadio, sentendosi presi in giro da un dream team che si trasformò in un accozzaglia di artisti senza arte ne parte alla caccia del "tesoro"nascosto.
Non finì lì. Ci fu qualcuno che riuscì nell’impresa di battere questi records con una successiva retrocessione e una latitanza gestionale che, di fatto, impedì ai tigrotti di salire finalmente di categoria. Da lì in poi la credibilità della Pro Patria rasentò lo zero assoluto e diventò quasi una barzelletta per chi diversamente dai soliti noti, non reputa un obbligo seguire la squadra, ma solo un’opportunità in competizione con altre proposte domenicali.
Un passato pesante che allunga la sua ombra sul presente. Abbiamo dimostrato di sapere soffrire schierati in trincea per lungo tempo. Zoppo, Tesoro, Pattoni, questo è stato il nostro triplete, questo abbiamo vinto e da qui siamo dovuti ripartire. Adesso, occorre dimostrare di saper anche gioire. Primi in classifica, una squadra ricca di talenti, una società che, fa il suo a livello economico, e di questi tempi non è cosa da sottovalutare, meriterebbero altro entusiasmio. Invece, si avvertono i sintomi di un micidiale cocktail velenoso, composto con un terzo da lontananza affettiva, un terzo di tiepido coinvolgimento, un terzo da dubbi shakerati con un inguaribile pessimismo. Forse è per scaramanzia, forse non ci si vuole bruciare come nel passato con cocentissime delusioni, forse ci si sente ancora malati gravi anche dopo che il medico ci ha confermato che la cura è terminata o forse si tende a cronicizzare il passato per giustificare il presente.
Si ha voce per commentare pesantemente ogni refolo di negatività con processi biscardiani, conditi con supponenti certezze, si distillano sentenze su quel che occorrerebbe fare, senza avere la forza di riconoscere che una direzione diversa ha comunque portato all’obiettivo. Ci sono troppi silenzi e silenti dopo le vittorie, quasi che togliessero quel piacere d’essere “contro”. Manca la felicità di gioire, la certezza di avere in mano una realtà importante che fino ad adesso ci era stata proposta in versione “demo”. Come quei videogiochi che si disattivano dopo averci giocato per qualche minuto se l’utente non acquista l’aggiornamento a pagamento. Ci siamo illusi con un videogame che ci faceva sentire vincitori senza avere pagato i diritti, un gioco senza licenza scaricato da Emule e del quale la guardia di finanza ne ha bruscamente interrotto il download.
Adesso abbiamo la versione ufficiale del gioco che non si chiama più "Fifa 2009/2010, ma “Pro Patria football manager 2012/2013”, un software che in campo non conosce avversari, costruito da una software-house che ha disegnato un progetto serio, evitando di clonarlo dalle passate edizioni. Un gioco, che come si cita sulla cover "prevede una nuova prospettiva in 3 D. Insomma una visione tridimensionale in campo e fuori.
Un software, non un malware. Ora tocca ai clienti condividere con la città intera il “mi piace”, affinchè il brand Pro Patria possa tornare ad avere la fiducia degli investitori. Un corporate bond da tripla A, una blue chip e non un “junk bond”come nel recente passato.
Dobbiamo trovare il coraggio di esultare, di crederci, di scrollarci di dosso quella patina che ha ossidato la nostra fiducia. Dobbiamo contagiarci a vicenda con l’ottimismo, demolendo il pessimismo, la negatività, la certezza che andrà a finire come l’altra volta. Dobbiamo sentirci protagonisti di una realtà e non di un sogno, certi che prima eravamo prigionieri di un incubo.
Busto deve trovare nella Pro Patria gli stessi entusiasmi che dimostra per la Unendo Yamamay. Deve avere le stesse certezze, lo stesso approccio mentale, identica stima. Il modello di sviluppo potrebbe apparire diverso, ma siamo certi che le vittorie si costruiscono sulle regole, sulle filosofie societarie chiare, sull’eticità dei protagonisti, oltre che sul fair play economico. Regole che a volte danno fastidio, sorprendono, urtano e spesso sembrano allontanare, ma che sono utili a dettagliare ruoli e responsabilità. Regole che arbitrano con imparzialità e definiscono con chiarezza i rapporti, evitando le eccezioni che non sempre confermano le regole.
Crescere significa dimostrare maturità e prendersi responsabilità e questo è il passo che tutti insieme dobbiamo compiere per non essere nel posto sbagliato al momento giusto.
Flavio Vergani
11 commenti:
l'allenatore del bassano é quello che ci fece retrocedere contro il pergo? ...e Lo stesso anche di Salò? Giusto?
tutto giusto 'tutto vero'tutto bello... manca solo un uomo sorridente che sappia vendere ,con verve e simpatiail proprio prodotto,senza trattare male i clienti ,ogni volta che entrano i clienti. Marco
Solita classe, bravo Vergani
Ha ragione Lei Signor Vergani, un tempo i Sigg.Vender furono invitati ad andarsene proprio da persone del PPC poi i Tesoro , giustamente, per il loro comportamento, da TUTTA LA CITTA' e finalmente arriv a il Sig. Vavassori, accolto con diffidenza ed ora quasi osannato:FACCIAMO TUTTI QUANTI UN ESAME DI COSCIENZA e vedremo che NON SEMPRE SIAMO DEI PURI.
Pienamente d'accordo e allora tutti alla festa degli auguri a salutare e ringraziare squadra e società.
Contenuto sottile che fa riflettere e dice di piu' di quello che scrive. "Mi piace"
e' semplice ricordarsi solo quello che fa comodo
.........purtroppo gli ultimi tre mesi dellafam.vender
Sono stati, a dir poco incomprensibili dalpuntodivistadella gestione sportiva,mentre il nostroamico scordailcomportamento a dir poco
Vergognoso della politica bustocca nei loro confronti....ed ildisastroso tourbilion degli anniscorsi e il risultatoditroppiinteressi politici
Subordinati agli interessi di qualcuno!!!!!!!!!!!!!
A oggi siamo ungrande teamdal punto di vista sportivo........ed un disastro da tanti altri punti di vista altrettanto importante....problemi di vavassori e del suo isolamento.....
Io non vedo l'ora di festeggiare...............se lui vorrà esserci con noi tifosi,lo porto a casa io in bici ubriaco fradicio......senno' grazie lo stesso
Salutoni cardiosurfista
Vender e la cittadella dello sport: con questa favola non si addormentava nemmeno mia figlia
giusto anonimo ...............adesso tienti il pala rotella!!!!!
salutoni cardiosurfista
La gestione Vender è stata la migliore degli ultimi 40 anni. A mio avviso l'unico errore è stato quello di non aver mai ingaggiato un allenatore vincente anche quando avevamo una squadra con gente tipo Tramezzani, Temelin, Artico, Elia, Arcari.... che poteva fare il balzo di categoria.
ho il dubbio fondato che sia anche il loro(vender)di
Dubbio. ....anche se giocatori di allora mi hanno confermato che qualcuno in famiglia ha sempre remato contro un eventuale serie B?.....e lei era quella che firmava gli assegni!!!!!!"""""
Peccato per loro....e come al solito,,,,,per noi
Salutoni cardiosurfista
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