La Gioeubia che
viene festeggiata oggi affonda le sue radici nella tradizione contadina
bustocca che l’ultimo giovedì del mese di gennaio bruciava i freddi dell’inverno
per propiziare la nuova stagione.
Facile e scontato
il parallelismo con la situazione che stanno vivendo i tifosi della Pro Patria
che questa sera bruceranno per l’ennesima volta la strega per scacciare via
ogni preoccupazione societaria e propiziare un nuovo futuro alla Pro Patria. Il Giulio
ha giù pronta la ricetta magica della sua inimitabile polenta e bruscini e
questa sera si farà festa a prescindere da tutto. Poi, però, occorrono
certezze.
Se uno più uno fa
ancora due crediamo di aver almeno intuito chi sta dietro al gruppo degli inglesi che
stanno organizzandosi per dare, anzi, assicurare un futuro "vivo" alla Pro
Patria, e quindi “viva”gli inglesi. In tribuna a Bergamo è vero che c’erano
Pogliani e Tricarico ma c’era anche qualcun’altro molto noto da queste parti,oltre
che persona seria. Per cui, bocche cucite come impone la prassi, ma tanta
speranza per la buona soluzione della trattativa. D’altra parte lo ha detto
anche il patron di aver venduto ad una merchant bank che potrebbe anche
assegnare la società a terzi interessati. Per cui non è detto che suonando alla
porta dei bancari si possa uscire con la Pro Patria sotto braccio e con una
polizza per il futuro che la protegga da qualsiasi altro terremoto finanziario.
Occorre voltare
pagina in fretta, fa male leggere che anche Polverini potrebbe volare in serie B,
bene per lui che andrà in alto, male per noi che vedremo partire un altro pezzo del famoso
zoccolo duro sul quale si era costruito un progetto triennale, l’ennesimo, che
ancora una volta si ferma ad un passo dalla sua consacrazione.
Zoccolo duro
ereditato dalle precedenti gestioni che aveva rappresentanto il vero valore
tecnico di questa squadra che ha permesso la doppia vittoria in campionato. Giocatori ai
quali la tifososeria era particolarmente legata proprio per la loro prolungata
permanenza in maglia biancoblù.
Fa male perdere
tutti insieme questi ragazzi, ma oggi più che mai occorre bruciare ogni ricordo
per guardare avanti.
Rimangono gli
affetti e qualche nostalgia, svaniscono gli antichi sogni e tornano le tristi
realtà. Una gioeubia così ricorda quella dei tempi tesoriani con il fuggi fuggi
dei vari Ripa e Sarno, anche allora ci venne detto che era il minore dei mali.
Questa volta seppur in uno scenario economico completamente diverso da allora e
per niente paragonabile, ci viene chiesto lo stesso sacrificio. Come sempre,
per il bene della Pro Patria, diciamo di si, l’importante è che il bene venga
effettivamente fatto da parte di tutti, tifosi, venditori e acquirenti.
Tifosi che
assistono con ansia e preoccupazione a quanto sta accadendo. E’ singolare
constatare che la nostra Pro Patria dopo anni nei quali il patron ha
giustamente reclamato la poca attenzione da parte del territorio, ora che
sembrano spuntare possibili acquirenti, della zona la Pro Patria sia volata verso una
banca svizzera alla quale crediamo non gliene possa fregar de meno dei biancoblù.
Certamente, come
in tutte le cose, servono i modi giusti per chiedere e avere le cose e non
vorremmo che qualcosa finora non sia stato fatto come il Santo Padre insegna.
Dice Papa
Francesco di usare sempre queste parole quando si chiede qualcosa: “scusa,
grazie, prego”, ecco, crediamo che forse tutti, dal primo all’ultimo, dovrebbero
ispirarsi a questo insegnamento e sicuramente la Pro Patria potrebbe tornare ai
bustocchi in men che non si dica. Diversamente si rischia di avere il pane ma non i denti e senza quelli anche il cioccolato svizzero potrebbe risultare indigesto.
Flavio Vergani
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