Header

Lo abbiamo sempre detto e desiderato: non una squadra che vincesse sempre, ma che lottasse su ogni pallone. Maglia sudata, risultato meritato, qualunque esso sia. Solo così anche le sconfitte sono delle vittorie.
L'abbiamo attesa a lungo e finalmente è arrivata. Certamente meno vincente, ma più divertente, di quella dello scorso campionato quando non ci si divertiva sugli spalti, ma nemmeno in campo. Bravi quest' anno a non fare la stessa fine. Il rischio fino a un certo punto è stato reale.
Squadra giovane  e quindi affascinante, fresca, dinamica, pronta a stupire, ad incantare a sognare.
Feola il guardiano della rivoluzione presidia la porta del fortino sbarrando l'accesso ai nemici, il granatiere Andreoni presidia la zona difensiva con nuova sicurezza, la vedetta lombarda Mignanelli corre su e giù portando dispacci alla prima linea, De Biasi la  inespugnabile torre baluarda, Spanò un pedone diventanto re. In mezzo al campo di battaglia il sergente Tonon, se esistesse ancora il servizio militare sicuramente sarebbe un ufficiale. Vicino a lui il marasciallo Calzi che trasmette carisma e autorevolezza solo a guardarlo. Ha in spalla il lanciamissili e nell'ultima battaglia ha tirato giù una trincea con un solo colpo. Gabbianelli è un'arma tattica, quelle che non vedi ma che improvvisamente sbuca nel momento importante della battaglia. Una spia del centrocampo, un concentrato di strategia, una bomba intelligente grande quanto una mano pronta ad esplodere in tutta la sua potenza. Generoso e sempre attento ai compiti assegnatogli dal comandante
In prima linea l'incursone Siega, scivoloso come un'anguilla, imprendibile come un razzo terra-terra, zigzagante come un razzo antiaereo. Vicino a lui il Generale Serafini, furbo come la volpe del deserto, esperto come un generale di brigata, letale come un velenoso mamba. Con lui il giovane Mella, incursore coraggioso anche se alle prima armi. La sua strategia è quella di aggirare l'avversario con pazienza e intelligenza correndo sul fronte offesnivo per non dare punti di riferimento al nemico.
Nella tenda del comando ecco il tattico Colombo, un ufficiale in carriera che nonostante sia giovanissimo ha già vinto parecchie campagne. Lui con i soldati di leva ci sa fare.
In fureria ecco Ferrara, lo specialista delle strategie, precetta i migliori e li arruola appena hanno la maggiore età. Li prende giovani e forti, nessuno va a Baggio per la revedibilità e questo è un grande merito che di lui fa un perfetto furiere.
Un esercito forte che mai ammaina la sua bandiera, nemmeno quando di fronte sembra avere un' armata invincibile.
Gente coraggiosa, come piace ai bustocchi che da sempre amano questi tipi di combattenti. Gente di cui andare orgogliosa, gente che onorando la nostra maglia ci rende felici dell'appartenenza. Un esercito invincibile anche nella sconfitta, perchè quando si lotta non si perde mai e quest'anno un'altra sfida è stata vinta, un altro campionato quasi vinto. Inutile dire che sarebbe bastato un incursore in più per vincere la guerra e non solo molte battaglie. Onore al merito a questi ragazzi, tutti sull'attenti con lo sguardo alto, c'è l'alzabandiera, la nostra bandiera, quella bianco e blù che sventola lassù, la bandiera che amiamo di più.
Flavio Vergani

0 commenti: