Una domenica aromoniosa, in campo e fuori. Una splendida giornata di sole che faceva risaltare il biancoblù come piace a noi. Il contrasto dei nostri colori con l'erba dello Speroni è quello che più ci fa stare bene da sempre. L'odore dello stadio, l'umidità delle gradinate che evapora con i primi caldi e fa avvertire quel sapore che si avverte entrando nelle case degli altri e che le fanno sentire famigliari. Quella percezione che ti fa stare bene con te stesso e con gli altri. Sensazioni che hanno creato una dipendenza. Droga biancoblù per la quale non esistono comunità disintossicanti, dipendenza più forte del gioco d'azzardo o del gratta e vinci. Sensazioni forti che scaldano il cuore e che stimolano persino le lacrime quando ci si sente rappresentati in campo da undici giovani ragazzi che inseguono il loro sogno che è diverso dal nostro, ma che magicamente coincide.
Peccato che non si retroceda, perchè avremmo voluto festeggiare con loro la salvezza. Peccato che si venga promossi e non poter far festa con loro, sarebbe bastato poco.
Domeniche che scorrono via veloci, persino il"Mattia"ad un certo punto ha detto "Ma è già finito il primo tempo"? Parole che sono una garanzia di qualità e che significano che la domenica ha preso una piega giusta.
Domenica durante la quale la curva che per molti è sinonimo di brutti e cattivi ha dato una lezione ai malpensanti. Quello striscione per Campo è stata un'esclusiva che fa loro onore. Peccato che in troppi sanno aggiornare le black list e non le white list e anche questo a nostro avviso è razzismo.
Peccato che non si sappia distinguere, ma solo confondere. Peccato che non si sappia lodare ma solo disprezzare. Peccato trovare sempre il modo e l'occasione per"mettere su il cartello"a chi quando non è come vorremmo noi una sola volta, rimane per sempre diverso da noi. Anche questo è razzismo premeditato.
Stonature di uno spartito quasi perfetto che ci ha fatto gustare pomeriggi di calcio dimenticati. Domenica c'era magia sugli spalti e in campo e questo vorremmo ci fosse sempre. E poi quel boato al goal di Calzi, quell'affetto dai popolari centrali a fine gara con tutte quelle braccia che si allungavano per stringere forte i ragazzi dopo un'impresa che non meritava quell'epilogo. Da lontano alcune voci parevano in play back, ma la gestualità non lasciava nessun dubbio. Quella gente stava parlando con il cuore e anche se non si percepiva da lontano la voce era chiarissimo l'amore che veniva riversato sul campo. Ecco, a chi arriverà a Busto, diciamo che abbiamo questo da offrire. Il nostro amore per questa maglia, una presenza fedele e costante, una pa passione inossdabile, una curva che sa fare buh ma che sa anche onorare chi la rispetta, un popolare centrale che ha un'anima e una personalità forte oltre ad una voce, ma è così che si ama veramente, solo con la voce non basta, non sarebbe amore vero, ma solo convivenza di comodo.
Valori forti che ci legano e che sono la forza di un popolo che ormai da sempre è abituato a soffrire. Un popolo che apprezza il pareggio perchè stanco di perdere e che quando ha vinto non ha potuto gioire perchè gli hanno diagnosticato poche ore di vita. Poi la cura risultata palliativa. Popolo poi ribelle per un giorno, ma passata a "nuttata" pronto a riprendere il suo posto.
Non crediamo meriti altre umiliazioni.
Flavio Vergani
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