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Pro Patria , una squadra di rompipalle. Arriva l’Entella, sponsor di qua, sponsor di là, rosa da serie B, presidente da serie A. Risultato, porta a casa il pari e accontentati se dopo le graffiate i tigrottini non ti hanno azzannato.

Arriva la Pro Vercelli? L’anno scorso eravamo in serie B, campo in sintetico, qualche sborone di troppo in tribuna, risultato: porta a casa il pareggio e ringrazia.

Arriva il Savona? Loro hanno Corda e noi solo le cordate pseudo immaginarie, loro hanno Virdis, la punta, noi nemmeno lo scalpello, loro proiettati in alto, noi nelle sabbie mobili della bassa calssifica,  loro hanno “Lucertolone”quel tifoso che dopo aver mandato decine di mail al Pro Patria Club dicendo che loro sono più bravi fin dallo scorso anno quando era convinto di arrivarci davanti(illuso) e dopo aver sperato che la Pro non si iscrivesse al campionato(illuso),era certo che a Busto i liguri avrebbero dominato(illuso).Risultato: tre pere e tutti a casa olè.

Si va a Reggio Emilia, loro hanno la Mapei, loro hanno lo stadio da serie A, loro hanno una storia da raccontare, loro hanno giocatori importanti. Risultato: surclassati in lungo e in largo, anzi per usare i termini di Calzi, uno a cui piace servire la vendetta su un piatto congelato: “li abbiamo imbarcati da destra a sinistra”.

Molto rischioso azzardare giudizi nell’era Vavassori, il rischio di non prenderci è altissimo. Vale per tutti, compresi dotti, medici e sapienti che hanno costruito nel tempo una fama da esperti, anche loro stanno  miseramente fallendo i pronostici di fronte ad una realtà che rende felici ma al contempo imbarazza i soliti del “te lo avevo detto”.

Alzi la mano chi aveva previsto che da questa campagna vendite invernale la Pro ne sarebbe uscita rafforzata. Non ne vediamo. Alzi la mano chi aveva previsto le vittorie con Savona, San Marino e Reggiana, il pari con la Pro Vercelli e i mezzi furti di Cremona e Bergamo? Non ne vediamo.

Colpa di chi direbbe Vasco Rossi? Di Alfredo? O meglio di Giannone? Di Bruccini? Di Nossa (povero lui, che sfiga a Chiavari…)?

Non cadiamo nel tranello di trovare colpevoli, meglio dire per merito di chi.

Per qualcuno merito dello sciopero, tesi che fa imbufalire il patron, ma soprattutto i giocatori che erano lì lì per renderlo esplicito. E allora merito di chi?

Merito di tutti, giovani inossidabili in primo luogo, gente con le palle e anche con il sale in zucca che hanno capito l’unicità dell’opportunità.

Titolari in Prima Divisione in un campionato senza retrocessioni in una società  diretta da uno che avrà tutti i difetti di questa terra ma il grano lo scuce regolarmente. E allora siamogli riconoscenti han detto i tigrottini e lottiamo per noi, per lui, per i nostri tifosi. Fa niente se le stelle se ne sono andate, sono rimaste le code delle comete che brillano tanto quanto.

Certamente in campo è cambiato qualcosa se prima non si segnava nemmeno a porta vuota e adesso bene o male la si butta dentro.Noi abbiamo un pensiero e lo abbiamo scritto in passato non senza che qualcuno se ne sia risentito. Ma, non è questo il momento dei processi, non lo era nemmeno prima, ma il campo ha parlato chiaro da tempo. Meglio che adesso parli ancora più chiaro. Punto e fine dell’analisi. Chi vuol capire, capirà, chi non è d’accordo amen, chi non capisce,pazienza.

Torniamo ai meriti di chi è rimasto per far carriera a Busto. A loro va il nostro ringraziamento. Primo fra tutti Nonno Teo, che dire di lui senza cadere nel banale. Zio Calzi, uno che Busto lo ha davvero nel cuore. Non ha voluto andar via perché tra un po’ aprirà un negozio in centro. Palle! Non ha voluto andar via perché casa sua è qui. Punto! Chissà come scalpita “il Dario”, il gemello diverso rimasto orfano. Manca un papà in difesa, gli altri reparti lo hanno e lui farà la sua parte.

Che dire di Siega, in realtà il direttore generale Ferrara al calciomercato lo ha scambiato con la sua controfigura e finalmente è arrivato il vero giocatore sul quale molto si puntava. L’altro è stato svincolato e cerca una squadra.

Che dire degli altri? Niente di più che sono dei veri rompipalle, monelli che amano far scherzi alla nobiltà del campionato. Scugnizzi di cortile, dispettosi giovanotti che si permettono di mettere il dito nella marmellata, di nascondere le scarpe, di bucare le gomme delle corazzate che dopo averli affrontati con distacco e aria di superiorità, si accorgono troppo tardi di questi teppistelli in maglia biancoblù.

Che bello che sarebbe se non fosse. Peccato non poter pensare a chi di loro rimarrà, ma solo alla certezza che se ne andranno . Proprio dopo averci convinto che si può vincere anche con loro. Gli scorsi anni, siamo sinceri, non eravamo troppo convinti. Alzi la mano chi pensa che i giovani degli scorsi anni siano stati determinanti per le vittorie finali ? Non ne vediamo.

Alzi la mano chi crede che quest’ anno lo siano. Vediamo molte mani.

Sarno...Ricchiuti…Virdis….Ruopolo…o Mignanelli, Gabbianelli, Siega…Spanò…Serafini …Calzi.

Chi scegliete ?

Flavio Vergani

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