Cosa manca alla Pro Patria? Niente, anzi ha qualcosa in più
di quel che serve. Ha un proprietario scorbutico per molti, antipatico per
tutti gli altri che però ha sempre onorato gli impegni economici. Ha pure una
competenza sportiva se è vero che a Busto ha fatto bene fin che ha deciso di
farlo e a Reggio con l’impalcatura bustocca ha scalato la classifica. Allora
cosa manca ?
Manca il proprietario e questa è la prima assurdità.
Qualcuno pensa che sia lontano con gli occhi ma vicino con il cuore. Altri, e
stanno aumentando, pensano che sia
lontano con il cuore e con gli occhi. Ma, realtà dice che c’è perché paga, ma al
tempo stesso non c’ è perché non si vede e non si sente.
Ma, alla fine un presidente c’è, ha un nome e un cognome. Sono altri i nomi e soprattutto i cognomi che mancano.
Cosa altro manca? Mancano i giocatori per salvare la pelle,
dice il mister. Discutibile. Se a chi ha giocato sabato scorso si dovessero
aggiungere quelli che sono stati messi in tribuna di giocatori ne avremmo da regalare. Abbiamo
tanti giocatori, persino troppi. Qualcuno porta il pallone da casa e gioca
sempre, altri se lo devono fare prestare e altri ancora non ce l’hanno e
nemmeno hanno i soldi per comprarselo per cui stanno a guardare. Titolo del
film: le stelle stanno a guardare.
I giocatori bravi hanno un nome e un cognome
e anche un curriculum, gli altri no. Viva chi ha inventato la soggettività, un modo onesto per giustificare l'ingiustificabile e dire quello che si vuole sempre e comunque.
Strumento forte per combattere il buonsenso e la maggioranza conclamata. Chiedi a un tifoso quale è il miglior centrale visto quest'anno e tutti, più o meno,dicono Lamorte. La soggettività stende la maggioranza e lo confina in tribuna.
Bovi e Arati li mettereste in squadra o in tribuna? Tutti, più o meno, direbbero in campo, ma la soggettività autorevole la pensa diversamente, annichilisce il buon senso e agisce al contrario. La soggettività vincente porta a un punto in cinque partite ,ma ecco spuntare la seconda scoperta del secolo: il calcio non ha la controprova, con gli altri forse ne avremmo fatti meno. Fino a che l'equazione inizia a tendere verso lo zero. Allora la matematica sconfigge la filosofica interpretazione soggettiva: il doppio o la metà di zero è sempre zero. Chi lo ha detto che al peggio non c'è mai limite? E allora continuiamo a farci del male raccontando le favole ai tifosi che dopo averle sentite soggettivamente decidono che le stesse sono barzellette e chi le racconta nemmeno sa far ridere. Chi di soggettività ferisce, di soggettività perisce!
Chi ha la responsabilità delle
scelte tecniche ha o dovrebbe avere un nome e un cognome, ma il dubbio è che non per
tutti coincidano con la stessa identità. Chi sa non parla...podù no parlà...chi non sa è più certo di chi sa.
Quindi abbiamo un presidente ma non lo abbiamo, abbiamo un
sacco di giocatori ma qualcuno invoca rinforzi, prima dicendo che quelli che ha
non sono tonici, non sono dinamici e non sono pronti, per poi dichiarare che da
martedì si cambia, ossia che chi sbaglia sta fuori. Quindi finora non è stato
così? Perchè?
E allora ci si chiede se abbiamo o meno un allenatore autonomo nelle decisioni, oppure ci si chiede che
influenze subisca da apparati societari o parasocietari.
Avevamo due direttori sportivi, adesso ne abbiamo uno. Al Pro Patria club mister Tosi ha dichiarato
che “Vavassori farà mercato con i soldi incassati da D’Errico”. Abbiamo la
soluzione in casa si sono detti i tifosi. Peccato che il giocatore non poteva
essere ceduto a meno di infinocchiare alla grande l’acquirente, rifilandogli un
giocatore non utilizzabile. Tentativo fallito con la Lucchese dove Giovanni
Galli ,che di calcio ne capisce ,ha parato con stile il “cucchiaio”. Meglio così, genio e sregolatezza è
forte e ce lo teniamo stretto anche grazie al regolamento che che c’è e non può
essere cambiato o messo in tribuna.
Alla fine: abbiamo un presidente ma ne stiamo cercando un
altro, abbiamo dei giocatori ma ne stiamo cercando altri, abbiamo un direttore
sportivo ma si annuncia di vendere chi è incedibile, abbiamo un allenatore che
è il terzo ma ha fatto peggio o uguale ai due precedenti.
Abbiamo tutto quello che ci manca. Anomala normalità da guiness dei primati.
Manca una cosa sola forse, che ognuno prenda coscienza di
quel che ha fatto e di quel che non ha fatto e si metta sul mercato per primo.
Prima di mettere in tribuna gli altri si abbia il coraggio
di mettere in discussione sé stessi a meno che non si sia così convinti di non
essere la causa del problema. Dopo aver ottenuto questa certezza si passi alla
domanda numero due chiedendosi se oltre a non essere la causa del problema ci
si considera la soluzione.
Diversamente si traggano le conclusioni e per il bene di
tutti ci si faccia da parte. Se chi sbaglia in campo da domani starà fuori, si
abbia il coraggio di applicare il metodo anche per le altre figure. Per par
conditio, anzi per la Pro Patria
Flavio Vergani
0 commenti:
Posta un commento