Non ha convinto nessuno il dottor Filippi, nuovo presidente della Pro Patria, durante la sua prima conferenza stampa di presentazione avvenuta a metà giornata.
Per la verità più che conferenza stampa è stato un incontro con i tifosi vista la numerosa presenza di appassionati bustocchi e di alcuni rappresentanti degli ultrà capitanati da leggendario "Hooly", elemento di spicco degli ultrà locali che non le hanno certamente mandate a dire al nuovo arrivato.
Non è stato un comitato di accoglienza con il picchetto d'onore per Filippi che forse si aspettava questa realtà vista la tristezza che il suo volto ha mostratofin dall'inizio del suo iincontro con i tifosi.
Il candidato non ha risposto con convinzione alle domande chiave della commissione e a nulla sono valse le giustificazioni di Filippi legate al poco tempo concessogli per mettere a punto un piano credibile.
Prima gaffe è stata quella di annunciare il nuovo allenatore, ossia Marcello Montanari, altro ex Reggiana, senza comunicare l'esonero di Tosi.
A riguardo del mercato il presidente ha dichiarato che il tempo a disposizione non è molto per cui "vedremo cosa riusciremo a fare". A precisa domanda relativa al budget a disposizione per il mercato è stato risposto che "la squadra è competitiva anche così e che non è detto che si punti solo ai play out".
Sulla fidejussione, ossia sulla "conditio sine qua non" per poter rilevare la Pro Patria il neo presidente ha dimostrato più di un'incertezza, dapprima affermando che "l'argomento tocca un tema non di vostra competenza", per poi cercare di salvarsi in calcio d'angolo dicendo che "non servono due fidejussioni ne basta una", alludendo al fatto che sarà quella di Vavassori a garantire in Lega la solvibilità".
"Sono venuto a Busto perché ho trovato una società economicamente a posto e per il feeling che ho avuto con Vavassori che mi ha permesso di chiudere l'affare in pochissimo tempo".
Il motivo per cui non sia accaduto prima rimane un mistero, mentre sulla composizione del gruppo dirigente Filippi ha risposto non senza imbarazzo che : "Io rappresento me stesso".
Cosa si aspetta dalla città e dall'amministrazione comunale rimane una domanda irrisolta in quanto Filippi afferma di non avere ancora pensato a questo aspetto.
Identica incertezza è stata dimostrata a riguardo della sua permanenza a Busto in caso di retrocessione, domanda sdoganata con il ricorso alla superstizione e al fatto che il presidente non si dichiara interessato ad un progetto di pochi mesi.
Insomma, la sensazione che non esista un piano definito diverso da quello di Vavassori e che di fatto ci siano legami con il passato piuttosto saldi ed evidenti è stata l'impressione che tutti i presenti hanno avuto.
Filippi è apparso del tutto privo di entusiasmo e motivazione per questa sua nuova avventura e la scelta dell'allenatore unita alla sua provenienza rinsalda un legame con Reggio Emilia che considerare ancora una anomala normalità diventa imbarazzante.
Presentarsi alla città senza certezze, senza una squadra, senza un organico definito tramette l'idea che lo stesso dovesse presentarsi "per forza" entro la giornata odierna per motivi a noi sconosciuti, anche se intuibili.
La Pro Patria è in vendita da tre anni, che necessità c'era di affrettare la presentazione del nuovo presidente senza che lo stesso potesse avere risposte credibili su argomenti sensibili?
Riteniamo che quanto accaduto abbia il solo obiettivo di ridare la Pro Patria in mano a gente seria, solamente rappresentata da Filippi.
Questo ci basta per il momento. Consideriamo quanto accaduto una mossa tecnica con la quale si è sfilata la Pro Patria dalle mani del governo ombra. E questo è già un passo in avanti.
Probabilmente ora ci sarà un'altra ombra nel destino della Pro Patria, ma questa ombra se solo volesse può salvare la Pro Patria per poi cederla in un secondo momento.
Per cui, è stato scelto il male minore che tutti ci auguriamo possa portare benefici alla Pro Patria.
Flavio Vergani
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