Ogni giorno mi accorgo sempre di più come quell’affermazione “la storia è fatta di cicli che si ripetono” sia vera. Infatti nel nostro piccolo anche noi della Pro Patria stiamo rivivendo un importante periodo storico; non il Risorgimento, non il Rinascimento e neppure la Belle Epoque … bensì quel periodo che sfociò in quel gran casotto che fu la Rivoluzione francese. Anche in Busto c’è (?) un novello Luigi XVI che non ha voglia di governare ma solo d’incassare e per questo delega altri che lo facciano al posto suo, i nobili del Primo Stato, che lo fanno poi male. Ciò provoca la reazione della moltitudine del popolo, il Terzo Stato, che saremmo noi, che chiediamo cambiamenti o riforme, chiarimenti, e rispetto. Ciò provoca la reazione dei nobili e del sovrano che si stizziscono quando il popolo prova ad alzare la voce, quasi che ci facessero un piacere a guidarci. Nel mezzo c’è il Secondo Stato, l’allora clero, che potremmo individuare nei nostri giocatori, i quali tirano un po’ dove gli conviene.
Noi, come allora, riusciamo alle volte a parlare in delle “assemblee” ricevendo però sempre più “picche” e sentendoci raccontare storie che non hanno né capo né coda; anzi alle volte ci rispondono in una maniera che ci fa riportare alla mente le parole dell’allora regina Antonietta che, quando il popolo francese si lamentava per la fame, si sentiva rispondere “se hanno fame e non c’è pane, mangino brioche”.
Stanchi di mangiare brioche ci chiediamo dove dobbiamo andare; allora scoppiò la rivoluzione e l’intero apparato governativo che fu spazzato via. E allora dove vogliamo arrivare?
Chiudo con un concetto semplice che magari qualcuno là sopra si è dimenticato: senza di noi voi non esistereste.
A buon intenditor poche parole …
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