Con la vittoria del Pordenone con L’Albino Leffe la
classifica si accorcia e consiglia di guardarsi alle spalle piuttosto che
contare i punti che separano i tigrotti per uscire dalla zona play out. Davanti
una voragine, dietro il fiato delle inseguitrici. L’inizio dell’anno non è
stato certamente favorevole per la Pro Patria inchiodata sul pareggio persino a
Monza dove da oggi è scattata la libera uscita per i noti problemi societari.
Ora è tempo di fare i fatti rinforzando la squadra. Il resto
sta a zero. Occorre anche chiarire il ruolo e l’influenza di alcune figure che
seppur nell’ombra sembrano incidere pesantemente sulle scelte strategiche
tecniche.
Ci sono delle anomalie che non possono essere chiamate
normalità. Nella gestione Oliveira e Monza sono stati messi alla porta un
difensore centrale (Botturi)e un centrocampista(Arati), scelte che di fatto
hanno reso indispensabili altri giocatori di minor qualità in quei ruoli. Oggi
sono stati messi alla porta sempre un difensore centrale(Lamorte)e sempre un
centrocampista(Bovi) che non sono stati nemmeno convocati per la gara di Monza.
Adesso, appellarsi alla scelta tecnica è un diritto dell’allenatore,
ma che questi giocatori non meritino nemmeno la panchina al cospetto della
bassa qualità della rosa diventa esercizio pressochè improponibile.
Si è scelto di schierare Ulizio che di fatto è stato per
tutta la partita oggetto delle attenzioni dei giocatori locali che
evidentemente avevano rabbia da sfogare nei riguardi del padre. Le colpe dei
padri cha ricadono sui figli è un proverbio noto, ma con un po’ di buonsenso si
poteva evitare al ragazzo un pomeriggio da capro espiatorio e la bordata di
fischi bipartisan che ha incassato alla sua uscita dal campo.
Questa squadra ha necessità d giocatori di categoria veri a
centrocampo per cui si sgombri il campo dagli equivoci e si dica chiaro e tondo
che il ricambio in quella zona del campo dovrà essere totale.
Stesso discorso vale per la difesa, se Lamorte non ha la
qualità per giocare ci si aspetta un arrivo importante visto che Gerolino,
Anderson e Botturi non ci sembrano migliori dell’esodato.
Infine una considerazione sulla scelta di dare la fascia di
capitano a D’Errico. Senza dubbio si è cercato di motivarlo e
responsabilizzarlo per tentare di contenerne gli eccessi. Certo è che a molti
tifosi è parso esagerato il premio concesso dopo le vicende accadute nell’ultima
gara casalinga. Pensiamo di avere in rosa tigrotti veri come Taino o lo
stesso Guglielmotti che vantano una anzianità maggiore che potevano essere
ugualmente motivati, per non parlare di Botturi che avrebbe potuto ricevere una
gratificazione dopo le umiliazioni subite per la vicenda societaria.
Insomma, venerdì prossimo ci sarà molto da chiarire da parte
del mister. Sarà la “conditio sine qua non” per poter contare sull’ingaggio dei
tifosi mai come ora disorientati da troppe cose che non tornano.
Per cui, si sfrutti l’occasione presentandosi con un bilico
di chiarezza e di schiettezza, diversamente si rischierebbe di rendere sterile
quello che potrebbe essere produttivo per gli obiettivi comuni.
Ovviamente, porte aperte per chiunque altro vorrà portare il
suo contributo, patron compreso.
Flavio Vergani
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