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Ischia, la stoccata di Iodice contro Macalli

 
 
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta diramata dal direttore generale dell'Ischia Pino Iodice, il quale sferra un deciso attacco contro il Consiglio direttivo della Lega Pro e contro il presidente Macalli, rei di non voler accettare un malcontento che sarebbe diffuso tra la maggioranza dei club iscritti.
"E meno male che esistono leggi e regolamenti che dovrebbero garantire la legittimità delle azioni svolte da una maggioranza che fermamente intende cambiare lo stato dell'arte!!!
Non è, infatti, il massimo prendere coscienza di una vergognosa ostinazione messa in scena dall'ex Presidente Macalli e dal Consiglio Direttivo della Lega Pro in toto, di voler a tutti i costi stare con le chiappe sulle poltrone delle stupende stanze della Lega di Firenze. Non oso fare commenti all'azione politica dell'attuale governance della Lega Pro, perché non ho mai stimato la persona che nell'ultimo ventennio ne ha retto le sorti. Ma credo che adesso la misura è colma!
Sono sempre stato convinto che quando si arriva a lambire la sfera personale significa che non si hanno più argomenti; è proprio la mancanza di politica che genera l'offesa. Rifiutare, con una punta di malcelato fastidio, di accettare l'attuale realtà, ostinandosi ad andare avanti in barba ai regolamenti, vuol dire non prendere coscienza che i tempi son cambiati.
Macalli e alcuni componenti il Consiglio Direttivo, sembrano gli Dei barricati sull'Olimpo, incuranti delle necessità delle società che compongono la Lega Pro!!! Non vogliono rendersi conto che il malcontento cresce giorno dopo giorno, sconfinando su pagine di illustri quotidiani nazionali, macchiando quindi in maniera indelebile l'immagine della Lega e delle società che la compongono. Tutto questo sta succedendo perché questa Presidenza ha completamente disatteso i principi di trasparenza e di lealtà che dovrebbero rappresentare i capisaldi del vero presidente. Un bilancio che chiude con un passivo di un milione di euro!!!! E' vergognoso. No, è offensivo nei confronti dei Presidenti delle società. Altro che Assemblea da invalidare, andrebbero denunciati gli artefici di questo collasso economico, che forse non ha precedenti nella storia!!! Capisco perfettamente che, all'epoca del silenzio e dell'accettazione tacita di tutto quello che succedeva in Lega, la maggioranza delle società ancora non era andata in fibrillazione, e i numeri li nascondevano come cazzo volevano, oggi, con un Direttore Generale licenziato, quindi con la spada di Damocle sul collo, hanno dovuto denunciare i fatti così come sono avvenuti nella realtà, ed è bastato così poco a far scoppiare il bubbone! Continuo a non comprendere perché viene messo ostinatamente da parte il futuro della Lega e quindi delle società che la compongono, quando è così evidente che non si hanno più i numeri per governare, cercando di voler a tutti i costi rimanere in auge, sebbene si ha coscienza che il terreno sotto i piedi frana quotidianamente. Noto una sottile vena di ipocrisia in questo comportamento.
La nuova Lega deve ispirarsi alla sfida del confronto giorno dopo giorno e accogliere, per valorizzarlo, tutto quello che di buono possa essere proposto da ognuno di noi. Il Presidente Macalli avrebbe dovuto ben capire che questo è il senso al quale avrebbe dovuto ispirarsi, accettando il dialogo quando era in posizione di forza, non adesso che è marcatamente con l'acqua alla gola! Due anni e mezzo fa, Macalli fu eletto Presidente, illustrando alle società un lungimirante programma economico-finanziario, che in concreto, avrebbe dovuto dare ampio respiro alle società che avrebbero composto l'organico di LEGA PRO. Un programma che, alla luce dei fatti, si è rivelato assolutamente fallimentare. E' questo cari Presidenti non è un GOSSIP. Questa è la triste realtà dei fatti.
Per concludere, sottolineo che, solo adesso Macalli & C. si accorgono di aver bisogno di consensi, ma ritengo che ormai il banco è saltato, siamo alla resa dei conti! Voglio ricordare a Macalli & C che in politica il metodo quasi sempre diventa merito. Ma, ovviamente, partendo da presupposto che tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile. A cominciare da loro".

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