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Viotti: "Andrò in Serie B a malincuore. Sei mesi devastanti, a Monza delinquenti volevano distruggere la squadra"

07.01.2015 13:00 di Valeria DEBBIA     
Sergio Viotti
 
"Non faccio più parte del Monza: ho avuto una proposta dalla Serie B e quindi...". C'è una piccola esitazione nel portiere Sergio Viotti, si ferma, l'emozione del momento è tanta, si scusa e poi riprende: "Purtroppo per terze persone e non per colpa mia". L'avventura in biancorosso è al capolinea, la Pro Vercelli lo sta aspettando, ma l'estremo difensore non vuole assolutamente andarsene senza prima accomiatarsi come si deve da una piazza che gli rimarrà nel cuore: "Voglio ringraziare la gente per l'affetto dimostrato, i compagni con cui ho vissuto sei mesi devastanti, lo staff tecnico, mister Pea - una persona che merita rispetto, che ci tiene veramente al suo lavoro e non sapeva che fosse capitato in mezzo a dei delinquenti, - lo staff medico e i magazzinieri che hanno sempre lavorato senza vedere un euro. Ho rifiutato cinque squadre in Lega Pro per restare a Monza anche senza prendere un euro, ma mi è arrivata una proposta dalla Serie B (la Pro Vercelli appunto, ndr), l'ho valutata e ponderata. Secondo il mio punto di vista è una crescita personale. Vado via a malincuore. Ma qui non ci sono le condizioni per andare avanti: prima che mi mandino via, me ne vado io a testa alta".

Usa la parola "delinquenti" Viotti e non se ne pente: "Sia per la proprietà sia per chi ha costruito la squadra, tranne i dirigenti che sono ancora presenti e che non ci hanno abbandonati, Califano e Pasini. Oltre a loro non devo ringraziare nessuno".

Ricorda infine l'imposizione dei vari silenzi stampa, dandone una personale interpretazione: "Volevano nascondere quello che facevano nei piani alti. Abbiamo vinto il derby col Como e non potevamo parlare, neanche prenderci un bravi. Volevano distruggere la squadra ma noi siamo stati grandi a portare con noi questa maglia, sono orgoglioso di aver fatto parte di questo gruppo, composto da trenta uomini e due dirigenti. Gli altri non li considero uomini".

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