Busto e la Pro Patria fanno parte di questo mondo? Ne
dubitiamo. Il mondo degli umani ha una propria logica, delle certezze
inconfutabili, delle reazioni che seguono le azioni. Nel mondo Pro Patria tutto
è in discussione e le certezze fanno rima con incertezze.
Se un presidente annuncia di aver ceduto la società ad una
banca svizzera si tende a credergli e si attendono i nuovi proprietari. Non è
andata così. Se lo stesso proprietario annuncia di continuare per un anno a
gestire la Pro Patria fino all’arrivo di un nuovo proprietario, ci si aspetta
che lo stesso operi sul mercato e costruisca una squadra. Non è andata così. Se
lo stesso proprietario annuncia di aver ceduto la società ad un commercialista
di Modena che comunica di essere arrivato a Busto per un progetto che non
durerà pochi mesi, ci si attende nuovo entusiasmo e presenza del nuovo proprietario,
non sta andando così.
Se una intera squadra con il suo staff viene trapiantata in
altra città e da quella città sono arrivate camionate di giocatori e dirigenti
ci si aspetta che si dichiari un gemellaggio, una partnership, in attesa della
multiproprietà, non è andata così.
Se vinci quasi sempre le partite nel primo tempo, ci si
aspetta di portare a casa almeno un pareggio alla fine, oppure che qualche volta perdi e
altre volte vinci, ma quasi mai è andata così.
La notizia di oggi è che la Pro Patria sembra essere tornata
nel mondo degli umani dopo la gara di ieri, vinta dopo essere passata in
vantaggio nel primo tempo. E questa è una notizia.
Permangono le anomale normalità nell’etere societario, ma di
questo se ne parlerà più avanti quando si tornerà a sentire la voce del
padrone, uno o l’altro fa lo stesso, per reclamare la fidejussione. Si spera
solo che la Pro Patria non arrivi a un punto dalla salvezza, perché in quel
caso conterebbe molto la penalizzazione che puntuale come la Tasi ogni anno
viene addebitata ai tigrotti per i ritardi del FrecciaRossa che non porta entro
i termini stabiliti dalla Lega i soldini nelle casse federali.
D’altra parte dopo averne neutralizzati tredici, cosa volete
che sia un punto? Peccato che i tempi cambiano e con la crisi è importante
anche il centesimo.
Anche questa costante penalizzazione affibiata ad una
squadra con i conti in regola a livello finanziario ha un po’ il sapore del
capriccio presidenziale, si spera per lui e per noi che non incida sul risultato. Arrivare in
fondo vuole dire meno venti per cento di contributi per il proprietario e con i
tempi che corrono sarebbe stato meglio stare alla larga dalla zona rossa.
Ieri la Pro Patria è tornata tra gli umani anche a livello
tattico dove si è rinunciato alla fantascientifica soluzione che prevedeva
quattro attaccanti in una squadra nata stanca per la mancanza del classico
ritiro di inizio stagione. Già corri poco, se poi fai correre anche quelli che
in teoria dovrebbero essere freschi per centrare la porta avversaria, vuol dire
farsi del male sapendo di farselo.
Un ritorno nel mondo dei normali ed ecco che Serafini
magicamente ritrova la via del goal, anzi una doppietta e Giorno si ricorda del
significato della parola assist. Un caso? Forse si, la statistica ha bisogno di
una massa critica di dati per confermare le proprie sentenze, ma diciamo che
siamo sulla buona strada.
Scovato il modulo adesso occorre dipingerlo con la qualità.
Ieri in campo abbiamo visto, o meglio, non abbiamo visto qualcuno e non è la
prima volta.
La domanda nasce spontanea: abbiamo in panchina una serie
completa di punte che potrebbe fare invidia al set in dotazione al miglior
trapano Bosch sul mercato.
La marca di queste punte non è certamente paragonabile a
quelle note del mercato, soprattutto francesi, ma sono punte giovani, nuove e
forse potrebbero aiutare a bucare il muro avversario.
Infine, chi è rimasto nel mondo dell’incredibile ma vero è
Guglielmotti. Ci si aspetta che dopo aver causato un rigore e poi due, si
dia una calmata. Non c’è due senza tre, è vero è un proverbio del mondo umano,
ma esiste anche quello che dice: “sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”.
Ma il diavolo fa parte di un altro mondo, per cui torniamo
con i piedi per terra e da oggi in poi scendiamo dall'astronave per tornare a vivere nel mondo degli umani.
Flavio Vergani
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