La fonte è ufficiale(distinta di gara), ma il contenuto è
inattendibile. Giorno e Arati si scambiano la maglia e persino l’attento
speaker Scalvi casca nel tranello e annuncia al popolo la formazione farlocca.
Sugli spalti ci credono tutti o quasi e per tutto il primo tempo i soliti noti
inveiscono contro Giorno colpendo Arati
e viceversa.
Poi, tra il primo e il secondo tempo, i due si scambiano la
maglia, ma l’arbitro è attento e con un comunicato stampa verbale intima alla
panchina biancoblù di non disturbare il clima di volemosi bene riscontrato in
campo con notizie false e tendenziose. Per cui, impone di tornare al passato
riconfermando l’errore iniziale. Si spera che questo non comporti nessuna multa per la società.
Così, quando mister Montanari vorrebbe sostituire Arati, di
fatto è costretto a togliere Giorno.
Scherziamo ovviamente, ma è meglio precisare vista la permalosità che avvertiamo nell'aria.
In campo regna la solidarietà, ma non sugli spalti dove
soprattutto la curva non era ben disposta verso i giocatori bustocchi invitati
in più occasioni a tirare fuori gli attributi. Gli ultrà della tribuna centrale
lo fanno da sempre, anche a sproposito, ma come sempre le prime file godono
spesso di immunità parlamentare.
In questo clima surreale dove in tribuna manca ogni
riferimento societario attuale, è invece presente una potenziale alternativa futura, la squadra
centra la vittoria nonostante una gara non indimenticabile.
Ci pensa il Capitano a far vibrare il palo del portiere
bresciano un una prima occasione per poi traffiggerlo con una rasoiata da vero
campione.
Obiettivo centrato, per cui è inutile approfondire l’analisi,
certo è a parte l’entusiasmo contagioso dello speaker che sembrava invasato nel
gridare al mondo intero che questa partita rappresentava la prima di cinque
finali, nessun altro ha dato l’impressione di avvertire un clima da ultima
spiaggia.
Forse la Feralpi, che con la testa spesso è sembrata
veramente già in spiaggia. D'altra parte il campionato dei bresciani non ha più nulla da dire, per cui non è semplice trovare stimoli senza un vero obiettivo da raggiungere.
Bene così, ma a nostro avviso nelle prossima gare occorrerà
avere un approccio più tigrotto senza farsi prendere dalla paura e dall’ansia
del risultato a tutti i costi. Diversamente si rischia di giocare contro un
avversario in più: la propria paura.
Flavio Vergani
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