Sono passati pochi
giorni dalla più cocente delusione calcistica della Pro Patria degli ultimi
anni (mancata promozione in B a parte) che il tifoso ha dovuto
obbligatoriamente volgere il capo altrove perché questo tragico evento potrebbe
addirittura non essere il peggiore che potrebbe capitargli in questa stagione
fantozziana.
Per chi ha avuto modo
di leggere la Prealpina odierna (2
giugno per chi leggesse nei giorni a venire) sono dipinti tutti gli scenari
possibili che la Pro potrebbe intercorrere: dal peggiore come la cancellazione
o la ripartenza dalla Terza Categoria fino al più ottimistico di ripescaggio
nella Lega Pro o, per gli amici, Lega Macalli. Il tutto condito dall’indagine
sul calcio scommesse con tutte le conseguenze del caso.
Due cose però mi hanno
colpito sia in questo articolo sia in quelli che ho potuto leggere sulle varie
testate locali che tutti noi tifosi ci affrettiamo di leggere nella speranza di
qualche “buona nuova”, manco fossimo al tempo di guerra quando arrivavano i
bollettini dal fronte in cui vi erano, oltre le notizie sull’andamento del
conflitto, anche gli elenchi dei caduti. La prima riguarda l’impegno che il
sindaco di Busto Farioli ha promesso a tutti noi tifosi, nel limiti a lui
consentiti, di aiutare a salvare la società simbolo della città; c’è da
credergli dato che, oltre ad averlo fatto già in passato, la cancellazione
della Pro sarebbe un danno d’immagine per la città con conseguenze anche per la
giunta locale la quale potrebbe incappare in capi d’accusa di scarso impegno da
parte dei suoi avversari. Se il sindaco ci mette “la faccia” allora possiamo
stare un po’ più tranquilli sperando che questo non sia l’ennesimo spot
elettorale che, come spesso accade, cade nel vuoto.
La seconda cosa che mi
ha colpito, e questo volta in negativo, è la minaccia che patron Vavassori
ventila da sabato di non iscrivere la squadra al prossimo campionato dopo la
contestazione ricevuta al termine del match con il Lumezzane. Per prima cosa
parto dal presupposto che, se non voleva essere contestato, non avrebbe dovuto
nemmeno presentarsi allo stadio dato che, anche in caso di salvezza, si sarebbe
beccato la carica di “rimproveri” da parte dei tifosi stanchi di tenere un
atteggiamento “british” da chi, per tutta la stagione, ha tessuto e disfatto
una tela al pari di Penelope. Solo una persona che non aveva più il polso della
situazione o voleva credere per forza diversamente dalla realtà dei fatti si
sarebbe potuto aspettare l’indifferenza o la non contestazione e, dato che
tutti riteniamo il dottor Vavassori una persona intelligente e vincente, ci
sembra alquanto strana questa sua stizza. Arrivare per questo a minacciare di
non iscrivere la squadra al campionato è l’ennesimo atto incomprensibile di una
persona la quale non abbiamo ancora ben capito dove voglia arrivare; possibile
che la sua storia alla Pro si concluda con questo atto che distruggerebbe
quanto di bello aveva creato fino a poco tempo fa? Speriamo proprio di no!
Ritornando a noi chi
pensava che la mazzata di sabato avrebbe potuto definitivamente “ammazzarci” si
è sbagliato per l’ennesima volta; il motore e la passione del tifo, seppur un
po’ ingolfato da questi avvenimenti, continua imperterrito sulla sua strada
preparando già gli eventi per il centenario della società. Perché il tifoso è
convinto di sopravvivere e di continuare a sedersi sui gradoni non sempre
comodi dello Speroni per incitare le sue tigri.
Sarà dura ma
risorgeremo! #yeswecan
ANDREA D’EMILIO
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