Il calcio è fatto dagli episodi, ma non solo. I rigori dati
e non dati sembrerebbero indizi che confermano una prova, ma la storia del
calcio insegna che gli ultimi difficilmente saranno i primi e potendo scegliere
sono quelli che vanno all’inferno. Episodi sono anche altri. Tipo un goal preso
con un tiro da posizione improbabile e passato tra palo e portiere, ossia in
zona dove generalmente dovrebbe vigere la “no fly zone”. Cinque sconfitte su
cinque partite diciassette goal presi e due fatti non sono episodi, ma indizi, anche
questi, che confermano la regola della storia del calcio, ossia che se non si
mette mano al portafoglio difficilmente arrivano i risultati. E qui sta il
punto. La candidatura di Galderisi come allenatore aveva sparigliato le carte, “Nanu"
è uno di fascia alta che non si muove per la gloria e nemmeno per mettersi in
gioco, visto che lo ha già fatto a suo tempo, per cui si pensava ad un
allargamento del budget. Le successive frenate hanno ricomposto la situazione e
la lista dei pretendenti è stata scremata. Crediamo che il punto principale non
sia la panchina, ma il campo. Troppo fragile la difesa, troppo sterile l’attacco.
Parlano i numeri. Poi ci sono le giustificazioni del tutto concrete ma che
rischiano di sommarsi alla partenza ritardata e alla preparazione fisica da
terminare diventando un albi. Un tarlo pericoloso che se iniziasse a diventare
un ritornello diventerebbe una difesa a largo raggio che rischierebbe di non
far sentire nessuno parte in causa. Per cui, ognuno faccia il suo: gli arbitri
rispettino le regole senza travestirsi da giustizieri, i giocatori trovino
velocemente la condizione fisica e la società un allenatore carismatico e di
categoria, oltre che quel che manca per dare stabilità alla squadra. La
settimana entrante offre un tour de force per i ragazzi, ma anche due
opportunità uniche che devono essere centrate. Un pari con il Cittadella nella
gara di mercoledì e una vittoria con il Cuneo domenica prossima potrebbero
riportare la squadra nel gruppo che si giocherà la salvezza e questa sarebbe un’iniezione
di morale per tutto l’ambiente. Certamente giocare tre partite in sette giorni
con le gambe ancora pesanti per la preparazione last minute non è semplice, ma
i tigrotti si chiamano così perché da loro ci si aspetta sempre qualcosa in più
della normalità.
Flavio Vergani
0 commenti:
Posta un commento