La Pro Patria perde per due reti a zero con la Feralpi Salò
non ripetendo la gara del turno scorso a Cittadella. Pro Patria incolore e
senza anima con un Santana in ombra e con la solita mancanza di incisività in
attacco dove francamente non si avvertono benefici dal nuovo arrivato Ravasi,
apparso completamente avulso dal gioco e senza movimenti propri della prima
punta. Mister Pala parte con un centrocampo operaio con Taino che
prende il posto di Capua, Jiday davanti alla difesa con Coppola che deve
cantare e portare la croce. Difficile produrre gioco con tali caratteristiche
in mediana, illusorio pensare di realizzare una rete con Ravasi che è tutto
tranne quel centravanti boa da sempre invocato da mister Pala e dai tifosi e
Vettraino giocatore bello da vedere, ma spesso tanto fumo e poco arrosto. Otto punti in venti partite, questa è la realtà al netto
della penalizzazione la cui entità si conoscerà nella giornata di lunedì.
Troppo pochi! D’accordo sull’inizio ad handicap, d’accordo sugli infortuni che
hanno pesato sulle scelte del mister, ma crediamo che con una formazione che
oggi conta un livello di esperienza notevole con i vari Pisani, Ferri, Jiday, Degeri, Santana, D'Alessandro e
con in porta un talento per la categoria come La Gorga, si possa fare qualcosa
di più. L’impressione è che questa squadra nulla faccia per risolvere la
questione offensiva, rimanendo mentalmente prigioniera del proprio problema che
la porta ad affrontarlo senza proattività tattica. Lo schema di inizio gara è
sempre lo stesso con squadra arroccata che tenta di conquistare il pallone per
poi spararlo il più lontano possibile, con improbabili lanci a favore degli
avversari. Non si notano miglioramenti nella fase di ripartenza e di gestione
del pallone. Non si notano fraseggi orchestrati con la finalità di offendere l’avversario,
perlomeno con giocate che presuppongano un disegno tattico condiviso. Se prima la qualità media della squadra obbligava ad
accontentarsi di un gioco fondato sulla fase di rottura delle trame avversarie,
oggi la situazione è diversa e, punta a parte, crediamo non manchino giocatori
in grado di interpretare un gioco più propenso alla costruzione. Difficile pensare di fare punti se appena si incassa una
rete non si ha neppure l’idea di come avvicinare la porta avversaria, magari
anche solo con soluzioni che portino al tiro dalla distanza qualche
centrocampista.Da sempre e il nostro amico Bacchi lo sa, abbiamo il dubbio
che non ci sia proporzionale sviluppo tattico tra la fase difensiva e quella
offensiva e il tempo che passa sembra confermare che il dubbio è quasi una
certezza. Lunedì ultimo giorno per portare a casa la punta o per
decidere di pensare al prossimo anno se la penalizzazione fosse pesante.
Comunque vada dal prossimo turno non ci saranno giustificazioni. Se il
verdetto sarà definitivo, almeno giochiamocela a viso aperto, giusto per
divertirci un po’. Se arrivasse il bomber sarà obbligatorio sfruttarlo al
massimo con un gioco dedicato.
Flavio Vergani
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