La Pro Patria festeggia il pareggio di Piacenza, che ha
interrotto una serie impressionante di sconfitte, con due giorni di riposo. La stagione è stata
lunga e logorante e finalmente è terminata con il meno undici dall’AlbinoLeffe
maturato dopo l’ultimo turno di campionato, per cui inutile dedicare tempo agli
eventuali nuovi schemi del nuovo (vecchio ) allenatore con sedute extra, come
in genere avviene dopo il cambio di tecnico. Meglio riposarsi .D’altra parte non si era derogato neppure a Natale, quando
nonostante la partenza ritardata dei tigrotti, non si ritenne di sottoporli a
dosi extra di lavoro, figuriamoci adesso, quando i buoi sono abbondantemente
scappati. Una parola fine sulla stagione che finalmente libera dalle dichiarazioni della vigilie di gara, dove ultimamente si è
toccato il ridicolo con affermazioni invidiate persino dagli attori di cabaret. “Cercheremo di
vincerle tutte”, per esempio, è una dichiarazione che ha prodotto paresi
facciali in più di un tifoso dopo risate come non si ricordavano da tempo. Una
squadra che ha vinto una partita su ventisei che improvvisamente si sveglia e
ne vince nove di fila stupirebbe anche il più ottimista degli ottimisti. Forse,
se ci fossero stati nove processi avremmo potuto ottenere 27 punti, ma nove
partite no. Non sono affar nostro le vittorie sul campo. Basta, per favore con
queste dichiarazioni farsa. Soprattutto se alle parole si continua a non far seguire i fatti.Chi si aspettava il sacro furore agonistico dei tigrotti
dopo il cambio di allenatore nell’ultima madre di tutte le partite, è rimasto
ancora una volta deluso. Questa squadra non ha carattere e nulla la punge, la
muove o la smuove. Finita la lista delle giustificazioni (ritardo di
preparazione, infortuni, arbitri, sfortuna, allenatore senza metodi di
allenamento)i tigrotti sono stati chiamati a dimostrare il loro valore in una
trasferta non impossibile che avrebbe potuto dare un segnale sulla loro reale
consistenza tecnico-caratteriale. Risultato? Solita blanda prestazione senza acuti, senza
cattiveria agonistica, senza sudore supplementare rispetto a quello
contrattuale, senza unghie e senza voglia di mordere. Il solito compitino
svolto dai difensori che difendono e rilanciano lungo, i centrocampisti che
rinculano, persino quando attaccano, e, le "punte", o presunte tali, che servite poco o niente fanno miracoli per vedere la porta. Un bel pareggio e tutti a casa per due giorni. Speriamo che
almeno i moltissimi infortunati, pronti al rientro, possano godere di una
sessione di lavoro dedicata che esuli dal riposo, visto che di ferie ne hanno
già fatte fin troppe. Basta per favore appellarsi a montagne di scusanti, la
squadra a prescindere dagli attori che sono scesi in campo ha vinto una
partita. Anzi, per par conditio e per la regolarità del campionato occorrerebbe
restituire alla Cremonese almeno due punti, visto che è stata l’unica squadra
danneggiata da una prestazione super dei tigrotti che ha falsato il campionato.
Basta continuare ad appellarsi al ritardo con il quale si è iniziato il torneo,
una squadra con valori uscirebbe alla distanza, mostrando le proprie qualità.
Basta affermare che le punte cercate nel mercato di gennaio hanno rifiutato la
Pro Patria, è la Pro Patria che ha rifiutato le punte. Basta dire che questa
società avrebbe due anime, quasi che le stesse sommate facessero due società.
Di società ne abbiamo mezza, non due. Le due anime sono Caino e Abele, il
diavolo e l’acqua santa, ossia sono contrapposte e questo non è un valore
aggiunto, ma un problema da risolvere con urgenza. Parlano i fatti, è sufficiente. Non si continui ad aggiungere parole superflue che diventano stucchevoli. Come un problema da risolvere rimane il settore giovanile. Giù il sipario, chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scurdàmmoce 'o passato e che domani sia un nuovo giorno. In tutti i sensi.
Flavio Vergani
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