La Pro Patria pareggia per uno a uno al
“Garilli”di Piacenza con un goal di Montini che risponde al vantaggio dei locali. La squadra ha mostrato voglia di
giocare e mente più sgombra dopo essersi liberata dell’”indesiderato” mister
Pala, ma non è servito per tornare alla vittoria. A fronte della
vittoria dell’AlbinoLeffe con il Cuneo il punto portato a casa dai tigrotti è
del tutto platonico e i rimpianti crescono nel vedere il livello del Pro
Piacenza del tutto paragonabile ( se non peggio nell’organico) a quello della
Pro Patria, nonostante i 17 punti in più in classifica. Davvero sarebbe
bastato poco per poter giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata. Una
stagione nata male e gestita peggio che sta avendo il suo epilogo sul campo e
fuori grazie ad una serie di errori clamorosi della dirigenza che è riuscita a
sbagliare due allenatori, tardare nell’esonerarli due volte di fila, portare a
Busto giocatori rotti come Pià per accontentare le richieste di un tecnico già
deliggitimato dallo spogliatoio e, dulcis in fundo, rinforzarsi con Ravasi,
Vettraino e tale Marco Vernocchi che evdentemente deve essere stato proposto
come portafortuna visto il suo curriculum che davvero lascia interdetti sui
motivi dell’ingaggio.Diciamo che questa
legge Melandri che eroga contributi alle società per l’avviamento allo sport
dei giovani dovrebbe essere rivista e premiare le società virtuose che investono
su giocatori veri e non premiando indistintamente chi mette in rosa cloni di
giocatori che hanno il solo merito di essere giovani. Questo non è serio
visto che trattasi di soldi pubblici. Che la Pro Patria quest’ anno abbia
avviato allo sport qualche giovane promettente è davvero arduo sostenerlo.
Piacerebbe a tutti avere un figlio che gioca nella Pro Patria, ma la
soddisfazione è sapere che lo stesso merita di giocarci e non che lo fa solo perché
giovane o per altri presunti meriti che esulano la performance sportiva. Intanto, nella
giornata di ieri il presidente Nitti, che sembra ormai ai titoli di coda per
quanto riguarda la sua esperienza bustocca, ha avuto un duro faccia a faccia
prima con i tifosi e poi con Adici, responsabile del settore giovanile, che non
gliele ha mandate certamente a dire a riguardo della gestione societaria. Un episodio che
dimostra quanto sia ormai confinato il presidente Nitti all’interno della
società che è pronta ad accogliere altri soci per rinforzare la struttura. Sembra
che il futuro avrà sempre più come punto
di riferimento l’attuale amministratrice delegata Patrizia Testa supportata da
altri soci che potrebbero materializzarsi entro qualche settimana. Insomma, cala il
sipario sull’infelice gestione Nitti-Collovati con l’ennesima retrocessione che,
seppur da molti pronosticata a inizio stagione per la penalizzazione che tutti
si aspettavano più pesante, poteva essere tranquillamente evitata se si fosse
investito quel poco che serviva per rinforzare la squadra. Invece,
evidentemente, tutta questa volontà di salvarsi non c’era per cui la conseguenza
è stata automatica. Forse, la cosa
migliore è di farsi da parte fin da subito riconoscendo il fallimento e dando
modo a chi vorrà continuare questa avventura di pianificare la prossima
stagione. Compreso chi come
Collovati che dopo essersi fatto da parte rinunciando alla sua carica, non ha messo
più piede allo Speroni. Davvero deludente l’ex campione del mondo sul quale in
molti si era illusi potesse essere un esempio da imitare visto il suo carisma. Invece, si è eclissato alle prime difficoltà rimanendo nell'ombra quasi a voler diluire responsabilità che invece lo investono pesantemente. Non si entra in società per uscirne dopo qualche settimana per presunti impegni di lavoro. Una caduta di stile dell'ex campione del mondo che rimarrà un vero e proprio autogoal che Collovati si è fatto fallendo il suo impatto da dirigente nel mondo del calcio in modo clamoroso. Tutti stravedevano per lui all'inizio, adesso tutti sperano se ne vada il più presto possibile e questo basta per spiegare quanto sia in caduta libera la popolarità dell' ex milanista
Flavio Vergani
Flavio Vergani
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