Oggi in quel di Padova
viene certificata, con tanto di bollo, la matematica retrocessione di questa
squadra (se così vogliamo chiamarla) in Serie D. E come vedete mi limito a
chiamarla “squadra” e non Pro Patria per rispetto di chi, nel corso della quasi
nostra centenaria storia, ha dato anima e corpo per questo nome.
Anche chiamarla squadra
mi è alquanto difficile dato che, e cerco di essere il più educato possibile,
mi sembra più un insieme di giocatori (anche qui il termine è denigratorio per chi
lo è veramente) messi lì tanto per giocare e tirare a campare, un po’ come
succede nei tornei d’oratorio o nelle partitelle tra amici quando si cerca di
arrivare al “quorum” richiesto per giocare.
Star qui a commentare
questa partita e l’intera stagione rischierei di propinarvi un minestrone già
assaggiato e che, il più delle volte, è risultato indigesto. Dato che il menù
anche quest’oggi non è cambiato! Quello che c’era da dire l’ho detto in tutto
il corso della stagione; fino all’ultimo ho sperato in una fiammella che
potesse riattizzare il nostro braciere trovando, a mie spese, giustificazioni a
persone che con le giustificazioni ci hanno campato e che, a conti fatti, non
se le sono meritate. Lascio quindi ad ognuno di voi ogni giudizio.
La rabbia in queste ore
sta esplodendo in un tifo che, anche se era conscio del suo destino, non può
non nascondere il suo dolore, delusione e tristezza a retrocessione certificata
in virtù poi di un campionato la cui sensazione è di non avervi mai
partecipato. Da più parti ora si fanno una serie di richieste e, a parer mio,
quella più logica e sensata è quella, a ormai giochi chiusi, di dare spazio ai
nostri ragazzi delle giovanili. Da parte nostra però è ora di mettere da parte
i vari distinguo e ritrovare quell’unità perduta; farsi la guerra tra noi non
serve proprio a nulla!
Cosa ci riserva il
futuro? Siamo ad aprile, c’è tutto il tempo per programmare finalmente una
stagione; in primis però bisogna smetterla di sfogliare la margherita e chi non
vuole più stare faccia al più presto le sue valutazioni e, se si vuole tirare
indietro, sia celere a passare la mano a chi la voglia c’è l’ha, l’ha
dimostrata e l’ha pure dichiarata. Ma al più presto!
Anche in queste ore,
forza Pro!
ANDREA D’EMILIO
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