La Pro Patria perde per
tre a uno a Padova(rete di Montini)e finalmente centra la retrocessione in
serie D. Un’impresa storica che segue i due
tentativi falliti nell’era Vavassori a causa del blocco delle
retrocessioni e della nauseante riammissione dello
scorso anno. Persino lo scandalo del
calcioscommesse che infangò l’anima della nostra squadra non era riuscito a
riportare i tigrotti nei dilettanti, per cui l'impresa è degna di lode. Sembrava una missione impossibile
retrocedere e invece questi dirigenti sono riusciti in quello che nessun’altro
aveva raggiunto. Un risultato eccezionale se si tiene conto il
modo con il quale si è spazzata via la concorrenza. Una cavalcata vincente e inarrestabile iniziata
fin da subito con dieci sconfitte consecutive per colpa della preparazione ritardata,
poi impreziosita da altre dieci sconfitte miste per colpa di arbitri, infortuni
e sfortuna, che finalmente ha termine con la ventiduesima sconfitta che porta i
tigrotti in serie D. I grandi campioni, o presunti tali, presentati dal
presidente Nitti si sono dimostrati perfetti per l'obiettivo. Gente senza
grinta, senza personalità, senza arte ne parte, molti dei quali fragili nella
mente e nel corpo. Insomma, si sono scelti il top della categoria per centrare
un risultato che ha dello storico. Insomma, non si è sbagliato nulla. Un merito che non può essere condiviso con
chi ha contribuito solo in parte al successo finale. Inutile insistere, il merito dell'impresa non può essere condiviso con Patrizia Testa che esce sconfitta e senza merito alcuno per un risultato che non gli appartiene. Pensate che ha messo in discussione la vittoria finale con l'acquisto di Ferri, da lei fortemente voluto. Una scelta clamorosa che stava inficiando il risultato finale. Pretendere di salire sul carro dei vincitori sarebbe davvero irrispettoso.Non retrocede tutta la Pro Patria.
Retrocede il presidente Nitti che ha fatto il possibile e l’impossibile per
centrare la retrocessione. Si veda la campagna acquisti di gennaio con gli
arrivi di Vettraino, Guercilena e Ravasi al posto di una punta di categoria. Un merito che non può essere condiviso con nessuno.Retrocede con pieno merito Fulvio Collovati, vera
sorpresa di quest’anno che, nonostante la sua inesperienza in Lega Pro, ha portato a casa la retrocessione costruendo in pochi giorni una squadra disastrosa e adatta allo scopo.Retrocedono le figure “consulenziali” che
si alternano in via Cà Bianca da inizio campionato spacciandosi per presunti esperti della
categoria. Esperti che sono riusciti a centrare ogni record negativo: maggior
numero di sconfitte, minor numero di vittorie, maggior numero di reti subite,
minor numero di reti segnate. Una squadra low cost in tutto e per tutto, senza
un direttore sportivo e senza ritiri pre partita per non appesantire il
bilancio. Retrocedere risparmiando soldi è impresa degna di nota. Complimenti! Uno squadrone fatto da gente che secondo
il presidente avevano il dna per fare carriera visti i trascorsi: Sampietro,
Vettraino, Costa; Carcuro, Ravasi, Degeri, Marchiori, Salifù, Margaglio che
hanno centrato l’obiettivo inseguito da anni, senza dare modo alla concorrenza
di mettere in discussione la vittoria finale: la serie D. Il presidente ci aveva visto giusto.Retrocedono i giocatori, ma non tutti.
Qualcuno di loro ha fatto di tutto e di più per salvare la maglia accettando di
scendere nell’inferno della Lega Pro, nonostante potessero ambire a molto di
più. Hanno dato l’esempio, ma non è servito a far cambiare atteggiamento a chi
ha fatto capire fin da subito di essere adatto alla categoria conquistata. Peccato per loro non poter condividere il raggiungimento dell'obiettivo. Retrocede il 70% di questa dirigenza, ma non
la minoranza del 30% che ha amato la Pro Patria come ha sempre fatto rimanendo
vittima di scelte spesso subite. Non retrocedono i tifosi che hanno
assistito in silenzio al funerale della Pro Patria investendo sul futuro. Un
campionato umiliante e vergognoso come quello che sta terminando è stato vissuto
dai tifosi nel raccoglimento per garantirsi un futuro con una persona che loro
stimano da sempre.Un silenzio pietoso ha accompagnato l’agonia,
nella speranza che dopo la via Crucis e il Calvario possa arrivare la
resurrezione. Finalmente è serie D, finalmente il
destino si è compiuto, adesso rimane l’ultimo sforzo per i paladini di questa
conquista: sparire il più in fretta possibile dagli occhi dei tifosi. Non c’è futuro a Busto per chi non ha
amato e rispettato la nostra maglia e la nostra storia.Avete centrato tutti i record negativi di sempre, crediamo possa
bastare così. Adesso, per favore, andate a far danni da un’altra parte.
Flavio Vergani
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