Parole ormai non ce ne
sono più … quello che si doveva dire di questo insieme di giocatori ormai lo si
è detto e ripetersi, per quanto mi riguarda, lo vedrei come un “accanimento
terapeutico”. Basta guardare la maniera in cui i nostri avversari hanno segnato
per non trovare più aggettivi … anche il vocabolario ha una sua fine e si
rischierebbe così di cadere nel linguaggio scurrile che però, in pubblico, non
mi piace esprimere per un’educazione che mi è stata data e che non mi sento di
tradire, soprattutto per queste persone che, per lo più, non hanno mostrato un
minimo di reazione e di orgoglio alle parole di noi tutti.
Stare a ridire che poi
hanno disonorato e tradito la maglia non servirebbe a molto per la stessa
ragione prima elencata; certo, noi ci sentiamo un po’ come quegli eserciti che
vedevano rubati dai nemici il proprio vessillo. Probabilmente, anzi
sicuramente, più che a condottieri votati per l’amore di patria abbiamo dei semplici
condottieri che, come nell’epoca medievale e rinascimentale, si vendevano al
miglior offerente trovandosi un giorno, per esempio, a combattere per Perugia e
il giorno dopo per Assisi. Quindi scordiamoci la restituzione del vessillo
(almeno da questi) e mettiamoci in testa che, anche se le cose in futuro
volgeranno per il meglio, non avremo più i vari Reguzzoni, Taglioretti,
Tramezzani che morivano per la maglia; ovvio, magari ci saranno delle
eccezioni, magari avremo dei giocatori che ci vorranno bene ma scordiamoci le
“bandiere” di una volta. Sperando però di essere smentito!
L’unica nota positiva
della giornata è che manca una partita in meno alla fine e che i grani del nostro
personale rosario stanno finendo. Nell’attesa di combattere la partita più
importante, quella del nostro futuro. Ma abbiamo “trenta” buone ragioni per
essere fiduciosi!
Certo è che, nonostante
tutto, l’amore verso la Pro Patria non va “in cantina”; sarà una cosa stupida
ma ogni qual volta che mi sento giù di morale per le vicende della Pro, o
qualcuno che conosco la critica aspramente, mi vengono in mente le parole che
si pronunciano nei voti matrimoniali, e cioè (non scrivo tutto ma la parte
saliente) “in salute e in malattia … finchè morte non ci separi”. Magari è
esagerato e sacrilego, però io penso che, se vuoi bene alla Pro, “sposi” tutte
le sue cause, un po’ proprio come nel matrimonio. E’ questo quello che mi sono
sentito trasmettere, in questi anni che seguo da vicino la Pro, da tutti i suoi
veri amici. La mia è pazzia? Forse è un po’ di romanticismo … e si sa che
quando si è “innamorati” si fanno delle pazzie, come, nel nostro caso,
continuare a credere nel futuro e tifare questa squadra nonostante molti ci
dicano “lascia perdere”! Perché la Pro si tifa sempre, non a seconda di come va
il tempo!
Sempre forza Pro!
ANDREA D’EMILIO
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