Assorto nella corsa
del mattino sento una voce che mi chiama. “Sai chi sono”? Si certamente, sei un
tifoso della Pro Patria. Secca la sua replica: “ “No, sono un ultrà della Pro Patria”. Impossibile spiegare
come e perché, ma chi ha nel cuore la Pro Patria fiuta i suoi simili, si crea
un’intesa immediata e perfetta. Un senso di appartenenza forte. Si parte sempre dalla stessa domanda:” C’è qualche novità”?
Si spera che l’altro possa regalarti il sogno che tutti cercano da sempre.
Gente in cammino da una vita che non si ferma mai, anche se da troppo tempo non vede la meta. C’è voglia di parlare, confidare, sfogarsi, la rabbia è
tanta. Una convinzione comune unisce l’idea ultrà con quella del tifo “moderato”,
come lo definisce l’ultrà: "Patrizia Testa è persona seria ed è solo per lei che
la piazza è stata tranquilla, a parte l’ultimo episodio. In altre circostanze e
in altre città sarebbe finita diversamente". Qualcuno dovrebbe riconoscerlo e
magari ringraziare, questo lo aggiungiamo noi. Va al sodo l’ultrà e di fronte alla mia lista dei problemi
che assillano la Pro Patria, la sua risposta è tagliente come un pugnale: “E
di fronte a tutto questo, sarebbero gli ultrà il vero problema"? Come dargli torto? Facile trovare i capri espiatori sempre e
comunque, molto comodo dare la colpa sempre a quelli. Danni al pullman? Si
certo, non si doveva fare. Danni alla Pro Patria? Moltissimi. Chi li ha
fatti ? Gli ultrà? No dai..!Fuori i nomi, anche se li sanno tutti. Gli ultimi Nitti e Collovati.
Ultimi di una serie, di una lunga serie i cui protagonisti hanno svuotato la Pro Patria della sua anima in campo, dei suoi tifosi dallo stadio, dai suoi giovani dal settore giovanile. Per non parlare di chi l'ha tradita scommettendole contro. Per fortuna, anzi purtroppo, non esistono le diffide e le daspo
per i dirigenti. Esistono solo per gli ultrà. Ci sono tanti modi per far danni, rompere i vetri del
pullman è uno visibile che bisogna censurare, ma ce ne sono altri che non si
vedono e non si sentono e che qualcuno fa fatica a censurare, raccontando le favole anche quando bisognerebbe raccontare lea realtà. Quella vera, però. Racconta la sua storia l’ultrà e lo fa con oggettività, non
si nasconde e ha il pregio di ammettere quando ha sbagliato o qualcuno dei suoi
ha sbagliato. “Con i soldi che ho speso
per seguire la squadra-dice l’ultrà- avrei potuto acquistare la Pro Patria per
due volte”. Chilometri e chilometri percorsi, botte date e prese, ma anche
tante realtà vissute in un modo e raccontante (da altri) in un altro modo.
Lecco, Novara, Pavia, chi c’era sa come è andata e non sempre è stato come la
raccontano. E, per difendersi, occorrono i soldi per pagare chi ha titolo per parlare in nome e per conto dell'ultrà. Ma spesso non basta, l’esercizio è semplice, sei ultrà e quindi hai torto a
prescindere e la gente ne è convinta da sempre. Una passione forte quella dell’ultrà che a volte trascende,
ma che è passione vera, profonda, senza compromessi. Una passione colpita e ferita da chi a vent’anni gira per
Busto sorridente “facendo il figo” con il nuovo iphone 6 S plus, le scarpe di
marca e il tatuaggio che costa una fortuna. Il tutto subito dopo aver svestito
la maglia della Pro Patria, della nostra Pro Patria, senza neppure averla
sudata. “Li vedo in giro per Busto, dice l’ultrà, ridono e scherzano e a me sale la pressione a
mille”. Come dargli torto? Chi lo fa è perché di default dà sempre torto ad un
ultrà. Stavolta, per un attimo, mi sono sentito anche io un ultrà, perchè il
discorso non fa una piega e la sua rabbia è la mia stessa rabbia. Non si è retrocessi con stile, inutile girargli intorno. Punto. Quest’anno la retrocessione ha pochi colpevoli e nessun
complice. E’ retrocessa la coppia Nitti-Collovati, ossia il 70% della società e
sono retrocessi i giocatori, ma non tutti i giocatori. Qualcuno uscirà a testa
altra dallo Speroni, gli altri dovranno farlo a testa bassa. I nomi? Li sanno tutti, non facciamo finta di niente. L’ultrà sa molto, moltissimo, molto più di tanti tifosi,
molto più di tanti giornalisti e pubblicisti. Lui, questa passione la vive fino
in fondo, non con moderazione. Ma, quello che si poteva scrivere lo si è scritto…il resto
lo dirà la storia…
Flavio Vergani
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