Stare qui a commentare
ancora quello che succede sul campo mi sembra ormai superfluo; prestazioni si o
prestazioni no il verdetto è già stato sancito. Se si voleva fare qualcosa
bisognava pensarci prima e non nascondersi dietro ad ogni tipo di scusa, che va
dai ritardi d’allestimento squadra alla sfortuna. Una stagione del genere
(ritardi e sfortuna) l’avevano avuta nel girone d’andata le ragazze del Beata
Giuliana, che ho il piacere di seguire; a differenza dei nostri però non hanno
cercato scuse, si sono rimboccate le maniche e, sebbene tutte le davano per
delle “scarpone”, dall’ultimo posto sono arrivate a metà classifica (seconde se
si conta solo il ritorno). Se ci sono riuscite delle ragazze non professioniste
perché noi non ci abbiamo almeno provato? Io inviterei i componenti della
nostra attuale compagine di valutare cosa fare del loro futuro; se una decina
di ragazze come quelle del Beata (che di lavoro non fanno le calciatrici) in
una sola partita fanno quasi più goal di voi in tutta la stagione … fatti i
dovuti raffronti … ebbene qualche domanda me la farei …
Ritornando alle cose di
“casa nostra” mi preme sottolineare come la decisione di oggi di far assistere
alla partita ai soli possessori della tessera del tifoso non aiuti certo questo
sport e la sua passione, che ormai è diventata “da divano” (soprassiedo anche
alla recente scelta del sito che fa vedere le partite, ne ha già ampiamente
parlato il nostro Flavio). Siamo tutti bravi a parlare del problema delle
persone che non vanno più allo stadio con strutture sempre più deserte, con
conseguenti fiumi di discussioni su come risolvere il problema, che va pure a
colpire anche i bilanci societari; secondo me basta poco per risolvere certe
cose e forse l’arcano non risiede solo nel flagello della violenza, ma forse anche
in chi prende queste decisioni, il quale non si accorge di essere il più delle
volte lui il problema.
Infine una
considerazione; in questi giorni mi è capitato di sentirne di ogni, con dita
puntate a destra e a manca su dove risiedono i problemi di questa Pro Patria. Quella
più in voga è che i colpevoli sono “quelli del Club”, poi c’è quella che vuole
che il giornale del “Tigrottino” si chiuda, che il sottoscritto e altri come
lui che scrivono, cercando di dare un servizio, più che “cavolate” (non dico la
vera parola) non dicono. Partendo dal presupposto che, per quanto mi riguarda,
può anche essere vero, penso che il rispetto verso chi prova a fare qualcosa,
impegnando il suo tempo, non debba mai mancare; se qualcuno a qualcosa da dire
non sono certo “quelli del Club” che impediscono di farlo, anzi casomai in un
recente passato (da qualcuno anche persino invocato) sono stati invitati essi
stessi, senza tanti giri di parole, a stare zitti. Se qualcuno ha qualcosa da
dire non saremo certo noi ad impedirlo; ma ditelo, non fate come quelli che
criticano e che, quando gli si chiede la soluzione o di esprimere semplicemente
la loro, non sanno cosa risponderti. Facile criticare senza avere delle
soluzioni. Ancor più facile sarà esultare quando si tornerà a vincere,
dimenticandosi di aver abbandonato la nave quando affondava. Tranquilli, noi
che ci siamo messi il salvagente e siamo rimasti sulla nave, ve lo
rammenteremo!
Detto questo non resta
che auguraci che questa stagione finisca presto. Sperando che non ci siano
altre scelte cervellotiche che rovinino questa nostra passione.
Sempre forza Pro!
ANDREA D’EMILIO
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