Avrei voluto scrivere
cose peggiori di quello che mi appresto a fare (e lo avevo fatto) ma poi ho
pensato: perché farmi venire un travaso di bile per via di chi non ha
dimostrato affatto di voler bene a questi colori? Perché parlare “del male”
quando invece è più difficile parlare “del bene”?
Dire che la prestazione
è stata negativa rischierei di trovarmi fuori dalla porta la parola “negativa”
che mi porge la querela per averla insultata. Perché aggettivi non ce sono più;
quest’anno abbiamo sentito tante promesse che però si sono rivelate tutte “da
marinaio”.
Per questo non voglio
perdere tempo a parlare di quello che è stato, che è e che poteva essere; mi
sovviene più dedicare le parole ai tifosi veri, a quelli che non hanno mai mollato,
soprattutto verso chi si è anche sorbito trasferte kilometriche senza ricevere
un “grazie” ma invece hanno preso solo schiaffi da parte di chi erano andati a
tifare e che dovevano poi lottare per la stessa causa. A quelli che, freddo e
caldo, erano sempre presenti sebbene il loro amore non è stato mai ricambiato;
perché, di fronte a 25 sconfitte, ci si potrebbe tranquillamente svincolare
dicendo “non è roba mia”, “torno solo quando vincono”. Questi però, in silenzio,
hanno subito di tutto ma non si sono mai tolti di dosso quei colori. Perché o
si tifa sempre o non si tifa mai.
A tutti noi tifosi
quindi, che, a seconda delle proprie possibilità, non abbiamo fatto mai mancare
il nostro supporto non trincerandoci dietro la viltà ma andando sempre orgogliosi
dei propri colori, sfoggiandoli sempre … a noi quindi, che con il nostro tifo
non siamo mai retrocessi!
Sempre e solo forza
Pro! (perché il tifo non va mai in soffitta!)
ANDREA D’EMILIO
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