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Salvatore Asmini |
Salvatore Asmini, direttore generale della Pro Patria, è già
al lavoro per costruire la nuova Pro Patria e in questa intervista gentilmente
concessa al nostro blog approfondisce gli obiettivi della prossima stagione.
Direttore, dopo il
calcio di serie A con la Sampdoria e i calcio minore con la Castellanzese,
eccola di nuovo a Busto. Quali sono stati i motivi di questo percorso?
Quando ho smesso sei
anni fa avrei potuto andare in molte squadre, ma per scelta personale e per altri
motivi che preferisco non citare, ho deciso per soluzioni
differenti. Poi, sono andato a Castellanza per l’amicizia che mi lega alla
famiglia Affetti. Adesso, ho scelto la Pro Patria sia per il bel ricordo del
1980 quando da qui partì la mia avventura calcistica, sia per Tiburzi e per Patrizia
Testa che stimo e che mi hanno coinvolto nel progetto ben oltre i miei meriti.
Sono persone super disponibili che stanno facendo sacrifici incredibili per la
Pro Patria. Il fatto che abbiano condiviso la scelta di portare Turotti come
direttore sportivo conferma l’importanza del progetto della dirigenza e questo
mi ha convinto a venire a Busto senza esitazione alcuna. Il mio primo pensiero è riportare i tifosi allo
stadio perché credo che la società abbia bisogno di tanti tifosi
L’abbiamo vista
spesso sugli spalti lo scorso campionato, si poteva fare di più a suo parere?
Ho visto tre partite,
non voglio pontificare, è andata così. Adesso si guarda avanti.
Lega Pro o serie D?
Non lo sappiamo,
occorre attendere il consiglio del 7 giugno quando verranno messe agli atti le
delibere sul tema. Si sentono voci di squadre che hanno vinto la serie D che
non hanno lo stadio a norma. Altre società in seria difficoltà. L’importante
per noi è avere trovato un direttore sportivo che ha scelto la Pro Patria al di
là della categoria. Proclami non ne faccio, ma la serietà è garantita.
Quanti tigrotti dello
scorso anno verranno confermati?
A questa domanda non
rispondo se non dopo avere parlato con il direttore sportivo che ha visto
cinque volte la Pro Patria e conosce bene i valori dei giocatori. L’importante
è l’acquisto di Turotti, il resto verrà.
Ci dica due parole su
Turotti
E’ una persona
preparata che ha iniziato a Biella, poi a Vercelli dove ha fatto bene, un anno
a Legnano con risultati non eccezionali non per demeriti suoi, poi cinque anni
all’AlbinoLeffe dove ha disputato lo spareggio per la serie A, poi Cremona e infine alla Carrarese con il
presidente Buffon. Avrebbe potuto andare alla Lazio anche se poi il tutto sfumò e non so esattamente i motivi. Tenendo conto che viene da Biella e quindi non dietro l'angolo, si capisce l’entusiasmo con il quale
ha scelto il nostro progetto. Questo spirito lo vorrò presente in tutto
l’ambiente, da chi svolge il lavoro più umile a quello più importante. Senza
questo spirito di appartenenza non si va
da nessuna parte.
Turotti è la seconda
scelta dopo Andrissi?
Dico la verità, ho
fatto un po’ fumo su Andrissi che, nonostante si fosse dichiarato onorato di
venire a Busto, poi non ha deciso per tale soluzione. La mia prima scelta era
Turotti.
Facciamo uno più uno
ed esce il nome del probabile allenatore: Jacolino
Non credo, Turotti non
ama legarsi per forza a persone di sua conoscenza. Non le nascondo che con lui
abbiamo parlato di allenatore, per cui le posso dire le caratteristiche che dovrà
avere: fame, voglia e spirito di rivincita. Un gruppo unito che dovrà lavorare
anche pro settore giovanile, senza togliere nulla a nessuno visto che ci sono
state polemiche di troppo sul tema.
Patrizia Testa dice che il terreno è ancora arido, ma che la state seminando,
lei che ha visto il calcio di alto livello e quindi conosce cosa serve per
vincere cosa ne pensa?
Servono attrezzature,
senza quelle si fa fatica. Vogliamo partire dai piccoli di 10 anni, terremo i
bravi e cercheremo i talenti in zona con bravi allenatori che li possano far
crescere. Quando agisci per formare la prima squadra sai cosa acquisti, con i
bambini è più difficile e ci vuole pazienza, ma vogliamo portare in prima
squadra i prodotti del nostro vivaio.
Quando i tifosi hanno
sentito il suo nome hanno dimenticato da subito la retrocessione, ritrovando
entusiasmo…
Li ringrazio, non
scappo dalle responsabilità, ho avuto molti attestati di stima che mi hanno
fatto piacere, ma non ho la bacchetta magica. Dobbiamo lavorare insieme, ognuno
con le proprie responsabilità. Le persone le ho scelte io, per cui se andasse
male la colpa sarà mia. Aspettiamo a fine campionato e chiederemo ai
tifosi un giudizio sul mio conto.
Come si permette
Cassano di farle lo scherzo che ha raccontato. Verità o una “cassanata”
Tutto vero, anche se
si è dimenticato qualche scherzo fattomi a Lecce ancora peggiore. Uno scherzo che
mi ha effettivamente messo in agitazione. Cassano è un ragazzo estroso che è
come un interruttore della luce, a volte si accende e altre volte si spegne.
Però quando prende in simpatia una persona le regala molto affetto.
Un pronostico da un
esperto del settore per la posizione finale dell’Italia agli Europei.
Dico una cosa brutta,
ma come sempre la dico in trasparenza. Da quando ho lasciato il mondo del
calcio di alto livello, avrò visto al massimo dieci partite di serie A e poche
partite della Nazionale. Non so il motivo di questo disamore, probabilmente il distacco
è stato traumatico, seppur Marotta mi aveva fatto un contratto di due anni.
Indubbiamente ho avuto brutte vicissitudini personali con tre interventi
chirurgici importanti, seguiti da uno molto importante che mi hanno obbligato a un anno
e mezzo davvero difficile. In questo periodo ho visto il mondo sotto un altro
punto di vista. Dopo vent’anni fuori da casa hanno assunto importanza altre
cose come i famigliari, i nipotini, la nuora, la moglie e il figlio. Un
distacco interrotto solo dall’esperienza con l’amico Affetti della
Castellanzese e ora dalla Pro Patria grazie ad un programma che mi intriga e a
dei dirigenti davvero speciali. Non nascondo che anche il fatto di ricordare
l’esperienza passata a Busto con Francesco Laghi mi ha fatto tornare sui miei
passi. La Pro Patria è sempre rimasta nel mio cuore. Spero di fare qualcosa di importante con
tutti i collaboratori.
Quindi in bocca al
lupo, i tifosi già sono frizzanti e sperano in qualche conferma importante come
Santana e Ferri che ci può confermare tigrotti per la prossima stagione?
Lasciamo perdere, non mi intendo di
giocatori, ci penserà Turotti. Comunque, non è questo il momento per parlare di
mercato.
A proposito di
Turotti, quando arriverà a Busto?
Voglio chiarire che
Turotti è il direttore sportivo della Carrarese fino al 30 giugno, seppur la
società toscana sia fallita. Per cui, fino al primo Luglio non potrà operare
per la Pro Patria.
In bocca al lupo
Direttore, siamo nelle sua mani…
Siamo nelle mani di
tutti, ringrazio per la stima, dei tifosi spero di non deluderli. Sono modesto da sempre,
ho lavorato con Marotta dietro le quinte sempre con lo stesso stile, non
prometto nulla, non per non prendermi responsabilità ,ma per non attirare su di
me le attenzioni quando c’è un team di lavoro da rispettare e considerare.
Ma, in conclusione, è
più semplice vincere la serie D o salvarsi in Lega Pro?
Credo sia più semplice
salvarsi in Lega Pro. Facendo quel che serve da subito a nel giusto modo hai
poi la possibilità di intervenire a Novembre con i correttivi. Invece, in serie
D vince uno solo e se ti trovi una ammazzacampionati come il Piacenza, non
rimane molto da fare. Vorrei la Lega Pro, sarebbe bellissimo. Non prometto
nulla, ma avremmo un campionato tranquillo con tante soddisfazioni. E, saremmo
solo all’inizio, perché ricordatevi che siamo solo all’inizio di un progetto
che viste le persone scelte si certifica da solo come importante.
Flavio Vergani
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