Una chiamata non risposta. L’interlocutrice merita rispetto
e il dispiacere di non aver potuto rispondere con immediatezza è quasi un
rimorso. Cosa sarà accaduto? La mente spazia tra le cose bellissime e
quelle più pessimistiche. Non c’è un minuto da perdere, “la Patrizia” non è mai banale
e quando chiama ha sempre qualcosa da dire. Sempre meno di quello che vorrebbe,
se solo potesse. Ha sempre paura di disturbare, invece la vorremmo sentire
tutti i giorni, ma il suo stile è quello di donna perbene e nel calcio non è
facile trovarne di simili. Anzi, quasi impossibile. Sta partendo per una tre giorni all’estero e vuole chiarire
subito quello che i soliti benpensanti potrebbero imputarle. E’ chiara come
acqua di sorgente e dice: “ Quello che stanno pensando di fare a Varese (fondersi con il Bellinzago per acquisire la Lega Pro) era un opportunità che conoscevamo
perfettamente, ma avrebbe voluto dire perdere la nostra identità. Ci saremmo
potuti chiamare “Sporting Pro Patria” e perdere il nostro settore giovanile.
Oppure, avremmo dovuto costituire una nuova società con nuova matricola e nuovo
nome, sinceramente non ce la siamo sentita di barattare la nostra anima per una
categoria in più. C’erano altre strade da percorrere per arrivare all’obiettivo
che tra l’altro erano vantaggiose a livello economico per la cancellazione di
antichi debiti ( fusione con Busto 81 n.d.r.), ma abbiamo preferito continuare
sulla nostra strada. Faremo il possibile a livello legale per tornare in Lega
Pro, compreso un ricorso nel caso non fossero chiare le regole utilizzate per
scegliere le squadre riammesse o ripescate”. Come darle torto? Perché perdere la nostra identità con un
rapporto extra coniugale con un piemontese per far nascere una squadra
bastarda? Che dire di più sul tema di quanto già detto da Patrizia Testa?Ha dato fastidio la fuga dei cervelli, anzi, dei piedi buoni
verso Reggio, figuriamoci cosa accadrebbe se dovessimo dire grazie al
Bellinzago per tornare in Lega Pro. Sporting Pro Patria? No , grazie.
Flavio Vergani
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