Ciao, voglio fare l’abbonamento alla Pro Patria quest’anno:
sarà la prima volta per me.
Rileggo ancora questo messaggio, scritto da un amico
strepitoso. Sì, per lui è la prima volta. Me l’aveva accennato qualche tempo
fa: questa tentazione gli era venuta anche vedendo l’impegno di Patrizia Testa.
Serie D? Ripescaggio? Saremo mille? Saremo in quattro?
Al mio amico non importava un fico secco di tutto ciò:
gli premeva di presentarsi puntuale alla nuova stagione dei tigrotti. Un
gesto istintivo, un gesto di riconoscenza verso una donna che ha dato ogni
energia per rimettere in piedi la società biancoblù. E quando si cammina
insieme, non riveste alcun significato il viaggiare su un’autostrada con
massimo comfort o su una strada sterrata: si nutre soltanto una grande voglia
di dividere il percorso.
Dopo il verdetto sulla permanenza in D, le sensazioni si
intrecciano. Certo, sarebbe stato bello restare nella Lega Pro e seminare
entusiasmo nella serie inferiore è opera più ardua. Eppure io sono persuasa che
sia meglio così, perché Patrizia sta facendo tantissimo per la Pro e adesso la
Pro deve fare il massimo per lei e per noi: deve riguadagnarsi tutto sul campo,
per fissare negli occhi ogni detrattore e ogni indifferente (quest’ultima, del
resto, è la specie più fastidiosa). Per far tornare Busto Arsizio piano piano e
convinta.
Ecco. Se lo credo, oggi più che mai, è anche pensando al mio
amico che per la prima volta varcherà la soglia dello stadio Speroni. Ha scelto
di andare in tribuna. Io lo saluterò dai popolari e ogni volta sarò fiera di
lui, di ogni fedelissimo, di ogni new entry. Aspettando un’altra categoria:
quelli che ritornano. E dovranno farlo, se hanno un cuore sincero come Patrizia
Testa e tutti coloro che stanno costruendo il futuro della Pro Patria.
Marilena Lualdi
Giornalista de “La Provincia”
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