Il possibile arrivo di Vavassori a Caronno, che
affiancherebbe il facoltoso presidentissimo Augusto Reina proprietario della
famosa azienda Ilva con il notissimo “Amaretto di Saronno”, sembrerebbe non
bastare per il ripescaggio della Caronnese
in Lega Pro. Si preferisce continuare a frequentare la serie D per
sviluppare il progetto senza voli pindarici. La difficoltà maggiore è la
mancanza di uno stadio a norma per la Lega Pro. La Caronnese arrivò seconda nel campionato di serie D
(girone A) preceduta dal Bellinzago che, appena vinto il campionato, si accorse
di non disporre dello stadio. In pratica, un campionato inutile visto che nessuno di quel
girone avrà il piacere di festeggiare una promozione. Il motto di de Coubertin “l’importante
è partecipare, non vincere” diventa il claim di queste società, vere e proprie
onlus della categoria. E, abbiamo detto onlus e non “no profit”in quanto speriamo
che almeno qualcosa torni in qualche forma nelle casse societarie, visto che se
è vero ( ed è vero) che per vincere un campionato di serie D servono circa 700
mia euro, spenderli per poi non godere del beneficio della promozione sarebbe
un vero e proprio harakiri. La realtà del calcio minore è stata fotografata da consiglio
federale di ieridurante il quale è caduta un’altra testa: la Paganese che fa
compagnia a Sporting Bellinzago, Martina Franca,
Pavia, Rimini e Virtus Lanciano. Raschiando il fondo del barile e
per cercare di rispettare il format che prevede l’iscrizione di 60 squadre al
campionato di Lega Pro è stato deciso di consentire a qualsiasi squadra di
serie D in regola con le posizioni finanziarie e strutturali di accedere al
ripescaggio. Praticamente, fuori chi è arrivato primo e secondo nel girone A e
,magari, dentro chi è arrivato quart’ultimo per il solo fatto di disporre di
uno stadio a norma. Certamente non un esempio di
meritocrazia. Domanda: la Pro Patria che è in serie D con i conti a posto e con
uno stadio in regola perché è esclusa? Solo per il fatto che altri dirigenti (
non questi)ne hanno combinate di tutti i colori? Persino Il Signore, nell’Antico
Testamento (libro dei Numeri 14 e 18),diceva
che: “ Signore è lento all'ira e grande in bontà,
perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la
colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione”. Per cui, a occhio e croce i tifosi bustocchi dovrebbero
aver terminato la penitenza.. Per cui, forse sarebbe il caso di far scrivere il
nuovo testamento senza guardare al passato, ridando fiducia a chi si impegna
per tenere alti i colori della propria città con passione e determinazione.
Flavio Vergani
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