Domani alle 16 prenderà il via la stagione ufficiale
casalinga della Pro Patria che dopo essersi sbarazzata del Caravaggio affronta
la Pro Sesto dell’ex Jacopo Colombo ( d.s dei milanesi)nel secondo appuntamento
di Coppa Italia. Una gara che oltre ad avere un forte sapore solidale con la
devoluzione dell’incasso ai terremotati, segna l’inizio di una nuova era sportiva
piena di vecchie novità. La Pro Patria
ha ritrovato la normalità perduta, una novità che rompe finalmente con il
passato, presentandosi ai nastri di partenza con una società non lamentosa,
organizzata nei suoi ruoli chiave con professionisti noti, con giocatori di
categoria in campo ( con il lusso Santana) e, finalmente, con uno sponsor di
spessore sulle maglie. Normalità dei tempi passati che erano diventate anomalie
( le famose anomale normalità o normali anomalie) che per lungo tempo hanno
imperato a Busto. Della Pro Patria sono rimaste le ossa, dopo che la carne è
stata dapprima sezionata e trapiantata in quel di Reggio Emilia e poi succhiata
fino all’ultimo centimetro da chi non ha perso l’occasione per stabilire il
record negativo della storia della Pro Patria. La prima vittoria che a qualche nostalgico sta sfuggendo è
di essere al via del nuovo campionato con una struttura societaria di livello e
con quanto serve per fare calcio. Quale sarà il risultato finale lo dirà il campo, ma almeno
si è ritrovata la necessaria serietà e competenza per non essere presi in giro
nei campetti di periferia che si dovranno frequentare per espiare le colpe dei
padri che ricadranno inesorabili sui figli. Campetti di periferia che porteranno sofferenza, chi pensa
di vincerle tutte si metta il cuore in pace per evitare cocenti delusioni.Sarà un vero e proprio inferno e la squadra, seppur
potenzialmente costruita per lottare per il vertice, non è certo strutturata
come il Parma dello scorso anno in serie D per potersi permettere di vincere a
man bassa il girone. Quello che è importante è che il progetto ha finalmente un
profilo serio e chi lo sta sviluppando non minaccia di andarsene ad ogni piè
sospinto, oppure non mira ad incarichi politici sportivi e neppure vende fumo
solo per il fatto di aver un curriculum sportivo importante. Oggi la Pro Patria
ha in tutto i suoi ruoli le persone giuste al posto giusto e questo certifica
al volontà di fare bene. Altre squadre hanno questa caratteristica e solo una
vincerà. Per cui, nulla sarà semplice e scontato, ma se lo scorso anno non si è
fatto nulla ( o quasi) per la salvezza, quest’ anno si è fatto tutto per la
promozione. E di questo occorre rendere merito fin da subito alla
società. Comunque vada a finire.
Flavio Vergani
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