Esordio thriller
per la Pro Patria che pareggia al 91’ per due a due con la Virtus Bergamo dopo
una gara di sofferenza. Pronti via e si
capisce subito che mister Madonna ha trovato la mossa per tenere sotto scacco i
tigrotti. Affolla il centrocampo e crea superiorità numerica sulla fascia
destra tigrotta mettendo nella morsa il giovane Scuderi (classe 1998)
schiacciato dal bravo Morosini e da Sek, un giovane di grandi potenzialità. La
porta di passaggio è sempre aperta e così
gli attaccanti locali fanno festa portandosi in vantaggio grazie a Germani che, nemmeno dopo un quarto d’ora, si
beveva l’intera linea difensiva bustocca, apparsa nell’occasione più una curva
che una linea. Qualcuno gridava al fuorigioco, ma è più corretto parlare di fuori di testa dei
difensori ospiti la cui disposizione a "trenino" non si poteva vedere. Nel primo tempo
la musica non cambiava e la Pro Patria soffriva le pene dell’inferno. Nella ripresa i
timidi segnali di miglioramento vanificati dal raddoppio locale di Morosini che trasformava una punizione dal limite mal gestita dal portiere Gionta. Mentre sugli
spalti iniziavano i primi mugugni, ecco la reazione tigrotta che prima
accorciava le distanza con un colpo di testa da vero bomber di Zaro e poi,
grazie anche ad uno spavaldo 4-2-4 inventato da mister Bonazzi che affiancava a
Bortoluz e Santana con i nuovi entrati Cappai
e Ghirardi, arrivavano al pareggio con Disabato che decideva di segnare anche
di domenica all’ultimo respiro rincuorando una curva già prossima alla depressione. Tutto questo
mentre la Virtus Bergamo decideva di inaugurare il festival dello occasioni
sbagliate, gettando al vento una serie impressionante di occasioni da rete. E,
come si sa, il calcio non perdona chi sbaglia e anche questa volta è stato presentato
il conto. Decisamente un
esordio sotto tono quanto a ritmo per i tigrotti ancora impegnati ad inserire
alcuni elementi, ma alla fine il risultato è arrivato e chissà che non sia un segno
del destino. Da registrare la fase difensiva apparsa davvero approssimativa e la posizione di Santana che perde di pericolosità se confinata sulla fascia. Inoltre, forse occorre essere più camaleonti per adeguarsi alle caratteristiche degli avversari, oggi Morosini ha fatto quello che voleva in mezzo al campo grazie alla superiorità numerica derivante dal 3-5-2- locale che ha letteralmente annientato i 4-3-3 dei tigrotti. Concedere un tempo agli avversari è un lusso che questa Pro non può permettersi.
Flavio Vergani
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