Paolo, da dove nasce
la tua scelta di lasciare una società blasonata come il Lecco per la
sconosciuta Ciliverghe?
E’ presto detto, dopo
l’ultimo anno a Lecco dove ne sono successe di tutti i colori con l’arresto del
presidente, cercavo una realtà sana e possibilmente vicino a casa mia
(Castiglione delle Stiviere). Mi ha chiamato il Ciliverghe e appena ho
conosciuto la dirigenza, l’allenatore e l’ambiente in generale ho capito che c’era
serietà e voglia di fare bene. Per cui ho scelto questa destinazione con grande
gioia.
Quindi, i risultati
fin qui ottenuti non sono una sorpresa per te?
Assolutamente no, qui
ci sono persone che sanno cosa vogliono, basi solide e ambiente unito. L’obiettivo
è crescere sempre di più con ambizione.
Hai mai avuto occasione
per un ritorno a Busto? Oppure, non l’hai considerata per la non vicinanza con
la tua residenza?
A Busto tornerei a
piedi, ma non c’è mai stata questa opportunità. La distanza da casa sarebbe un
dettaglio, ma adesso devo dire che mi trovo benissimo dove sto.
Te ne se andato da
Busto di spontanea volontà, oppure ti hanno spinto verso questa scelta?
E’ stata una mia
scelta, la Pro Patria in quei giorni rischiava di non iscriversi al campionato,
per cui non ho voluto correre il rischio di rimanere disoccupato.
Cosa ricordi con
piacere di Busto?
Ricordo i due anni
meravigliosi quando abbiamo praticamente vinto due campionati. Il primo anno con una salvezza incredibile dopo la
penalizzazione di tredici punti subita, il secondo con la vittoria del
campionato. Eravamo un gruppo unito, con un allenatore come Cusatis che stimo
moltissimo, staff di qualità e tifosi
splendidi.
Di Vavassori cosa
ricordi?
Sono sorpreso che un
tipo come lui non abbia proseguito nell’ambiente del calcio. Posso solo parlare
bene di lui, di Ferrara e di Armonia. Hanno saputo costruire una squadra
vincente per ben due anni di fila, cosa non semplice da fare. Come giocatore
non posso che fare i complimenti a Vavassori, ero convinto che avrebbe vinto
anche altrove.
Esulteresti in caso
di goal alla Pro Patria?
No, perché dovrei
esultare? Forse per rispetto verso i miei nuovi tifosi, ma siccome è raro che
segni il problema non si pone nemmeno.
Che emozione proverai
quando scenderai in campo allo “Speroni”?
Certamente vivrò una
forte emozione nel ritrovare il “mio” stadio, quello della mie vittorie. Ma,
credo che l’emozione maggiore la proverò quando vedrò la strada fuori dallo
stadio, quella che percorremmo tra un’ ala di folla festante al nostro ritorno
da Casale con la promozione in tasca. Fu qualcosa di straordinario. Rivedere quella
strada mi farà andare lontano con i ricordi.
Chi vince il
campionato?
Monza, Seregno o
Virtus Bergamo mi sembrano in pole position. Ma, attenzione alla Pergolettese
non si vincono sei partite su sei per caso. Ci deve essere del valore. Tra
tutte le squadre finora incontrate devo dire che la Virtus Bergamo mi ha
impressionato più delle altre. Hanno giocatori forti con un allenatore davvero
bravo.
E la Pro Patria…?
Sinceramente non la
conosco a parte Barzaghi che giocava con me a Lecco ed è, oltre che un amico, una
persona splendida e un ottimo giocatore. Poi Santana…chi non lo
conosce? Domenica troviamoci dopo la partita e ti dirò cosa ne penso dei
tigrotti.
Santana che non sarà
della partita…
Ah, non lo sapevo, bene
per noi, ma grossa perdita per la Pro Patria.
Del Ciliverghe chi ti
senti di citare come elemento di spicco?
Oltre a Carobbio che
tutti conosciamo cito Bertazzoli, un attaccante forte che potrà ulteriormente
migliorare nel tempo.
Che schema adotta il
Ciliverghe? Tu sei sempre lo stesso Vignali di sempre?
Il modulo è il 4-3-3,
io sono cambiato nel tempo non sono più solo incontrista, ma ho un gioco più
dinamico e propositivo.
Senti ancora qualche
compagno del passato?
Pochi, ho contatti
solo con Polverini, Bruccini e Andreoletti. Posso fare io una domanda adesso?
Dove pubblicherai questa intervista?
Sul sito del Pro Patria Club…
Benissimo! Allora
fammi salutare Roberto Centenaro, un amico che merita un forte abbraccio, è un
mio grande ammiratore da sempre, lo ringrazio per il suo affetto.
Flavio Vergani
0 commenti:
Posta un commento