L’”Ammiraglio” della
Pro Patria, come lo ha definito Gigi Farioli, commenta il momento della squadra
bustocca: “Siamo tornati nel salotto buono della città, ma non solo. Siamo
tornati al centro delle attenzioni ,anche di manifestazioni importanti come il
Baff.
Siamo ripartiti dalle
macerie e stiamo costruendo una struttura completa, un settore giovanile e
quanto serve per raccogliere i frutti nel futuro. Questa presenza significa
proprio questo, far conoscere la nuova realtà bustocca per cercare nuove simpatie in città, dopo averle perse per le note vicende societarie. Vogliamo ritornare in categorie che la Pro
Patria merita. Un board di grande valore in ambito societario, come il nostro, è un’occasione
unica per entrare in società e raccogliere i frutti. Speriamo davvero che
presto qualcuno possa aiutarci, le condizioni ci sono tutte”.
Tutto questo c’è anche un merito da attribuire ad Alberto
Armiraglio, dopo qualche critica per le precedenti dirigenze arrivate nel
passato, oppure no?
"Certamente si, dice Armiraglio- questa volta ero coinvolto in prima persona
nella ricerca di una soluzione per la crisi societaria, in quanto ero assessore
allo sport. Aver trovato Patrizia Testa è stata per me una bella soddisfazione. Per le
dirigenze arrivate prima, diciamo che non le ho scelte io, per cui non ho
grandi responsabilità. Zoppo lo scelse Vender, seppur fossi io il presidente
della società, mentre quando se ne andò la famiglia Vender e a Busto rimase il deserto, arrivarono i Tesoro. Certamente
li trovai io, ma non direttamente, bensì tramite un professionista di Busto che mi rappresentava.
Comunque, in quel momento servivano anche i Tesoro, visto che hanno salvato la
Pro Patria dal fallimento. Lo stesso discorso vale per Vavassori, che seppur se ne dica, ha salvato la Pro Patria.
Diciamo che sono stati due mali necessari per salvare la Pro Patria che
rischiava di sparire. Ora, ecco Patrizia
Testa, il bene necessario per un futuro ricco di soddisfazioni.
Flavio Vergani
0 commenti:
Posta un commento