
Giorgio Giacomelli, un pozzo di storia, che oggi ha emozionato la
platea del "Baff", sa emozionare anche lo scrivente a cui dedica un bel pensiero. Dice
Giacomelli: “Caro Flavio, tu rappresenti una parte della Pro Patria. Dopo, tuo
nonno e tuo zio, ci sei tu. Hai una peculiarità, racconti le cose non con
interesse, ma con tempestività. Entri nel vivo e se a uno non vanno bene è
costretto a dire la sua. Metti la gente in calcio d’angolo, per il bene della
Pro Patria. Ho festeggiato la tua zia Maria nei suoi compleanni centenari, la conoscevo dai tempi della
posta. Sono amico di tuo zio Valerio, persona splendida e onesta e attaccata
alla Pro Patria. Tu ti sei elevato in una funzione di massima responsabilità
nei tempi moderni e questo ti fa onore. Ti fa onore perchè sei vicino ai valori
della Pro Patria, mettendoti a disposizione di un gruppo che deve tornare quello
di una volta. Ho un attestato di stima del 1970 rilasciatomi da Brasca, un
fondatore del club. Per tornare a quei livelli la società deve tornare ai
vecchi fasti. Ci vuole tempo dopo gli acidiosi fatti del recente passato. La gente
di Busto non si meritava certe vigliaccate, scommettere sulla sconfitta della
propria squadra è grave. Occorre stare vicini a Patrizia. Se la Pro Patria
ritroverà la vittoria arriveranno nuovi tifosi. Non ti nego che quest'anno ho visto più
partite del girone A che del nostro girone. Mi piacciono squadre che giocano a calcio,
non che tirano pallonate. In quel girone più di un squadra merita attenzione".
Giorgio, hai citato nel tuo racconto odierno, la miglior
partita che ricordi e il miglior giocatore. Ora, fai il nome del tifoso numero
uno della Pro Patria, a chi dai l’Oscar del tifoso biancoblù che ricordi con maggior piacere, dopo cos' tanti anni di Pro Patria.
Risponde Giacomelli, attingendo dalla storia:” Lasciamo
stare i mostri sacri e parliamo di un operaio che ha speso parte del suo
stipendio per costruire un bandierone enorme che ha portato a Genova. Arrivato
là gli è stato sequestrato dai Carabinieri. Ha dovuto vedere la partita senza il suo bandierone. Guarda che ha un grande significato, togliere l’affetto a qualcosa
che aveva richiesto tempo e soldi per dimostrare la sua passione verso la Pro
Patria è una grande sofferenza.
Per me è a lui che va dato l’Oscar del tifoso numero uno, il suo nome è
Valerio Bollini.
Flavio Vergani
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