Il
23 giugno 1941, in piena guerra, la Pro Patria si trasferisce a Siracusa
a bordo di un treno trainato da una locomotiva alimentata a carbone non
tanto dissimile dalle tradotte militari che spostavano i militi italiani da
Caporetto a Vittorio Veneto, per giocarsi , nel contesto del girone finale
-attuali play off- la promozione alla serie B.
Sedili
di legno e caldo boia, non scalfiscono il morale dei mai
domi Antonio Turconi , Bernacchi, Crespi, Borsani, Crippa, Renoldi, Fasoli, Erba, Gallazzi, Angelo Turconi
, Dondi , rimpinzati a pastasciutta e bistecche, un bicchiere di vino per volta, limpieza in testa e muscoli
d’acciaio, idonei ancor prima di
divenire calciatori, a sollevar pesi, tirare la lima, spaccare la ghisa, all'uopo, ritenuti alquanto basilari nelle aziende bustesi d'epoca.
La
Pro Patria al 19’ è sotto di un gol. Si
sveglia Gallazzi, mastodontica prima punta biancoblu e sigla il pari al 31'.
Dondi lesto raddoppia al 44', si ripete tre minuti dopo su rigore : al giro di
boa il tabellone indica Siracusa 1 Pro Patria 3.
I
locali, animati da furore agonistico loro imposto da Gipo Viani,
mastodontico centromediano metodista di
Ambrosiana e Lazio anni trenta, arrivano alla 2^ segnatura al 72'. Si avventano
con veemenza verso la porta avversaria,
cozzano inutilmente contro i Tigrotti ,felini dai balzi
pericolosi, in assioma allo
schema gentilizio loro assegnato
dall'impareggiabile CARLIN -Carlo Bergoglio sulle pagine del Guerin Sportivo, il 10 ottobre 1928
Busti
Grandi accoglie con affetto i vincitori,
salvo qualche malmostoso ligasabia. Carlo Azimonti( pà Carleù) sentenzia:“ La
confraternita dei canagruni non trova più registrazione nello stato civile
delle immagini popolari e le sue residue
propaggini si confondono con la comune gramegna”.
La
Pro Patria et Libertate U.S.B. risale in serie B ed in piazza San
Giovanni, stante guerra imperante, è festa grande e campane a
festa.
Giorgio
Giacomelli.
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