Continua lo stato comatoso della Pro Patria che cade a Crema
perdendo l’occasione di centrare il primo successo esterno con una squadra di
alta classifica. Un punto a Bergamo, poi zero tituli con Ciliverghe,
Pergolettese, Monza e mettiamoci anche Pontisola. Questo è il fallimentare
bilancio dei tigrotti quando impegnati sui campi delle squadre in lotta per la
vittoria finale.
Pontisola che accorcia a cinque punti il distacco dei
tigrotti insidiando il quinto posto, ossia l’ultima piazza utile per disputare
i play off. Chi lo avrebbe mai detto?
“Ci siamo parlati”, “Vogliamo essere giudicati come
giocatori e non come uomini”, “Vogliamo il secondo posto”, questa è una selezione
gold di quanto i giocatori avevano fatto sapere per spiegare e
giustificare le umilianti prestazioni del recente passato. Erba voglio che aveva partorito un topolino:
vittoria con il fanalino di coda Cavenago Fanfulla. Altro giro, altra corsa, ed
ecco l’ennesimo test per dimostrare il proprio valore, ma ancora una volta è
stato un flop. La valutazione dei giocatori la lasciamo ad altri per nostra assenza
giustificata dal Voltini, per il resto lasciamo perdere. Siamo vecchi del mestiere e da tempo non crediamo più alle
favole.
I colleghi presenti al Voltini di Crema scrivono che mister
Bonazzi imputa alla squadra un po’ di presunzione, poca brillantezza, e
atteggiamento sbagliato, oltre a non fare in campo quello che si prova in
allenamento. Quello che manca ancora una volta è sapere cosa imputa a sé stesso, visto che nessuno è perfetto, ma raramente si
fa sfoggio di autocritica.
Comunque, diciamo che c’è quel che basta e persino avanza
per (ri)chiedersi se questa squadra sia o meno con il suo allenatore. A nostra
precisa domanda il direttore sportivo Turotti ci assicurò e rassicurò che la
coesione è totale, ma i risultati, ossia i fatti, e le affermazioni del mister
direbbero(e dicono)il contrario.
Soluzioni? Serve la scossa, si dice in questi casi. Idee per
riattaccare la spina dopo il corto circuito di Monza? Le solite che il calcio
propone in questi casi. Dalle più scontate a quelle più elaborate e persino
innovative (metodo Tramezzani).
Per la brillantezza atletica qualche bella “doppia”, magari
mattutina, per la presunzione toccare il portafoglio aiuta sempre, per la
disobbedienza tattica occorre chiedersi se chi parla viene compreso da chi
ascolta. Oppure, se serve cambiare modo e soprattutto lingua. E, forse, occorre
partire proprio da qui. Il calcio, ha le sue regole da sempre che, giuste o sbagliate che siano, vanno rispettate. Non serve tutto questo? Meglio. Ma, occorre rispondere sul campo in modo convincente. La constatazione che il Monza è il più forte del lotto non ha scalfito l'equilibrio psico fisico di Pergolettese, Ciliverghe e Virtus Bergamo, per cui occorre farsene una ragione e mettere da parte questo fragilissimo alibi. Che lo shock del dopo Monza abbia rimbrocchito tutta la rosa della Pro Patria tanto da perdere a Dro e beccare tre reti dalla Grumellese è assai difficile da sostenere, che si rischi di non disputare i play off, nonostante una rosa super competitiva, è un altro indizio per sostenere che qui qualcuno non la racconta giusta. Sputare il rospo è il modo migliore per togliersi il mal di pancia e l'invito è quanto mai opportuno.
Flavio Vergani
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