Il titolo potrebbe essere “La Pro Patria batte la Pro Patria
per due a uno", visto che i tigrotti devono solo cantare il “mea culpa” per la sconfitta rimediata nella prima gara di
play off. Un errore difensivo clamoroso ha consentito ad un dimesso Ciliverghe
di portarsi sul due a uno, dopo un inizio di secondo tempo che ha visto
dapprima la Pro Patria pareggiare il goal locale d Galuppini con Disabato, per poi
prendere a pallonate la porta del
Ciliverghe, senza tuttavia trovare la rete del vantaggio. Se nelle
partite precedenti i bresciani erano apparsi migliori della Pro Patria, oggi non si è vista tutta questa
differenza, anzi…La gara ha ricordato quella di
Monza in due aspetti: una misteriosa assenza a Monza, quella di Colombo, un’altrettanta
misteriosa assenza nella gara odierna, ossia quella di Santana. “Marito”, seppur avvistato
in campo nel riscaldamento, si è presentato già in “borghese”. Una sorpresa per
tutti, visto che nè Patrizia Testa, nè l’addetta
stampa Stefania Salmerigo, erano a conoscenza della sua assenza. Una rapida indagine
portava alla notizia che Santana soffriva di problemi all’inguine, per qualcuno
noti fin da ieri, quando avrebbe
abbandonato la rifinitura in anticipo consegnando la sua pettorina a Gheradi, per altri novità di giornata. Seconda
analogia con Monza un’espulsione determinante sul match, a Monza fu Bortoluz a
meritarsi il cartellino rosso, oggi Colombo. Se dal giovane ce lo si poteva
aspettare, dal navigato centrocampista bustocco no. Dal canto suo il Ciliverghe
perdeva dopo la mezz’ora il suo bomber Bertazzoli per uno stiramento muscolare,
pareggiando di fatto l’assenza illustre di Santana in casa tigrotta. Da quel momento in
poi i tigrotti salivano in cattedra, senza però trovare il guizzo vincente. Mister
Javorcic aveva centrato tutte le mosse per bloccare l’attacco ospite, ma non è
riuscito trovare la soluzione per l’attacco della sua squadra. Un
punto debole conclamato da inizio stagione che non è stato corretto in sede di
mercato invernale. Cappai, risolti i suoi infortuni, doveva essere la soluzione, ma anche oggi a
deluso nei fondamentali che una punta
dovrebbe conoscere. Quando un laterale scarta l’uomo e entra in area, l’avvoltoio
da area di rigore ha un unico movimento: attaccare il primo palo. Chi per ben
tre volte non lo fa,non ha l’istinto killer della punta. Inutile coltivare altre aspettative.
Con Bortlouz non in
condizioni fisiche perfette, Santana in tribuna e Gherardi dirottato in altro
ruolo dopo l’uscita di Disabato, rimaneva il giovane Casiraghi al quale non si può
chiedere i miracoli. A fine gara, il direttore generale Salvatore Asmini
rassegnava la dimissioni. Una decisione che non coglieva nessuno impreparato, visto che da tempo lo stesso direttore aveva mostrato segni di chiara insofferenza
per una realtà che non sentiva più sua.
Scorrono i titoli finali di una stagione deludentissima,
iniziata male e finita peggio. Oggi in campo si è vista una Pro Patria che
avrebbe potuto dire la sua in modo diverso se solo si fosse guardata in faccia
la realtà fin da subito, correggendo errori di costruzione clamorosi. Un
allenatore non tagliato per una realtà
come quella bustocca, una punta mancante da sempre e una gestione dello
spogliatoio più attenta hanno portato a questo risultato negativo. Alla fine, il
progetto rimane incompiuto e l’impressione è che ripartirà con molti attori
diversi in campo e forse fuori. Imparare dagli errori è un obbligo.
Flavio Vergani
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