Dal palco della festa delle birra del Pro Patria Club l’ex
sindaco Gianluigi Farioli ha lodato l’operato di Patrizia Testa per “essersi
presa le responsabilità lasciate da altri…” e per “aver scacciato i mercanti
dal tempio…”. Poi, l’accorato appello ad artigiani, commercianti, industriali e tifosi ad aiutare questa donna coraggiosa. L’invito era dovuto e non fa una piega. Ma, ci piacerebbe che
questi possibili nuovi arrivi avvengano tra un po’, magari dopo la vittoria in campionato. Per non
dividere con nessuno quello che ha saputo o saprà fare da sola. Patrizia Testa
merita di salire da sola sul podio, dopo avere avuto il coraggio di cavalcare
un cavallo maltrattato da qualcuno che vantava delle stimmate mondiali. Ha avuto
il coraggio di essere la minoranza in un gruppo dove non esisteva la maggioranza.
Ha avuto il coraggio di affrontare un mondo che non conosceva, imparando in
fretta. Ha pagato tutti i suoi errori e per quelli di altri con i suoi soldi,
meritandosi nel tempo la stima e la riconoscenza di tutti. Merita di arrivare
sola al traguardo. Una donna sola al comando, la sua maglia è biancoblù, il suo
nome è Patrizia Testa. Qualcuno potrà obiettare con piena ragione che la
possibilità di condividere lo sforzo economico con altri l’ha appena avuta con
Simonini, rifiutandola. Tutto vero, ma questa è la nuova forza della Pro Patria.
Fino a qualche tempo la Pro Patria la poteva prendere chiunque. E, in effetti,
l’ha presa chiunque. Adesso non è più così. La Pro Patria la si può avere, ma a
determinate condizioni che devono soddisfare la proprietà. Patrizia Testa
sintetizza la policy del suo operare con una frase incisiva: “Io non uso la Pro
Patria, io la amo…”. Ossia, non sono qua per guadagnare, per speculare, per
scoprire ragazzi con lo zainetto. Patrizia Testa ha senso di appartenenza,
veste la nostra maglia dalla nascita, per lei i ragazzi del settore giovanile
sono prima i suoi bambini e poi i suoi giocatori. Un modo di vivere la sua avventura lontana dagli standards del presente. Forse è per questo che non è semplice per tutti comprenderla. Ha scelto di frequentare tutte le classi per arrivare alla laurea, anche quando ha avuto la possibilità di sedersi al tavolo con i professori. Ha preferito imparare, pagando di tasca sua la tassa di partecipazione. La forza di poter scegliere i
partners con i quali condividere il suo progetto è la nuova forza della Pro
Patria, strada obbligata per ridare valore a un brand svalutato da troppi anni durante
i quali lo si è offerto non al miglior offerente, ma a qualsiasi richiedente. Sarebbe bello che la presidentessa tagliasse il traguardo
della vittoria da sola, seguita dai pochi gregari che si è scelta e che l’hanno
aiutata nel momento più difficile. Il suo fidato Sandro Turotti e il suo amico
di sempre Nazareno Tiburzi. Intanto, chi le ha fatto promesse le mantenga e le consegni
quei campi che potrebbero risolverle parte dei problemi. Sarebbe il modo
migliore per dare l’esempio e stimolare l’eventuale imitazione di commercianti,
artigiani, industriali e tifosi. Dopo, però, non prima...
Flavio Vergani
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