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Doccia gelata sull'entusiasmo biancoblù dopo la prima gara ufficiale di Coppa Italia. La Pro Patria perde ai calci di rigore con il Como, dopo che i 90 minuti di gioco erano terminati sullo zero a zero. Al netto delle solite giustificazioni (calcio d'agosto, temperatura, carichi di lavoro.ecc),ci si aspettava di più dai tigrotti che incontravano un Como partito con grave ritardo per la crisi societaria e che solo settimana prossima avrà i suoi big in rosa, primo fra tutti la punta Guazzo.
La Pro Patria, dopo un primo tempo nel quale si è creata qualche occasione da rete vanificata dalla leziosità di Santana, nel secondo tempo ha lasciato spazio al Como che ha centrato l'incrocio dei pali e poi è andato vicino al goal con Bradascia, bravo Guadagnin a salvare il risultato.
La squadra è apparsa sterile nella produzione di gioco con Disabato sotto tono e Pettarin statico e fuori dal gioco.Troppo isolate le punte e spesso poco concrete sotto porta con ricerca del tocco ad effetto piuttosto che della sciabolata rigida di matrice "piccininiana". La squadra è sembrata più spigliata sul finale di gara con le accelerazioni del nuovo entrato Pedone e le verticalizzazioni chiamate da Gucci, che ha preso il posto di Le Noci. Un motivo di riflessione per mister Javorcic.
Con il perdurare dell'assenza di Bortoluz, che potrebbe protrarsi nel tempo, si dovrà valutare se le attuali punte sono sufficienti per un campionato di vertice, anche vista l'età di due di esse.
La lotteria dei rigori è stata in effetti un banco di beneficenza a favore dei comaschi, dopo che Javorcic si era volontariamente privato di due rigoristi del calibro di Le Noci e Disabato , sostituiti a poco dal termine.
Per primo, sul dischetto, ecco Santana che di fronte ad un portiere classe1998 si pensava potesse ricorrere al "cucchiaio". Rincorsa e ciabattata alla destra del portiere che racconterà la prestigiosa parata ai nipoti.
Dopo di lui ecco Gucci, un bomber di categoria. Logico pensare che avrebbe spaccato la porta. Niente di tutto ciò. Spaccava la finestra, visto che il tiro non inquadrava nemmeno la porta. Due tiri sulla destra del portiere, ovvio pensare che Zaro, terzo rigorista di giornata, potesse cambiare angolo e magari forza del tiro. Niente di tutto ciò. Solita telefonata urbana alla destra del portiere e qualificazione centrata per i numerosissimi tifosi comaschi accorsi a Carate, anche per far presente che "questa categoria non gli appartiene". Il coro "bustocchi tutti a casa olè" questa volta non era previsto e ha fatto più male del solito. Non può finire sempre così. Ma, crediamo che per finire diversamente serva altro spirito, altra voglia, altra fame. Oggi in campo si è vista una squadra che tentava di vantarsi dei propri pregi, senza riuscire nascondere i propri difetti. Mister Javorcic a fine gara era moderatamente soddisfatto, i tifosi un po' meno viste le aspettative iniziali. Per vincere il campionato servirà di più...molto di più...
Flavio Vergani

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