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Per la prima volta nella storia del calcio la Pro Patria e le squadre del girone B di serie D riprenderanno in giornata la preparazione senza sapere l’avversario di domenica prossima. Una delle tante conseguenze di una gestione terrificante del nostro calcio da parte di dirigenti che non conoscono il senso della vergogna. Dirigenti con il fondoschiena incollato alla sedia con pennellate di Pattex che si inventano l’impossibile pur di apparire per quello che non sono. Massimi dirigenti della Federazione che si permettono di dare del “mangiatore di banane” ad un calciatore di colore. Massimi dirigenti della Lega Pro che, superati i settanta anni, si inventano innovatori proponendo soluzioni ai limiti con la pazzia. Prima la divisione tra C1 e C2, poi i gironi verticali con trasferte al sud per sentirsi come la serie B, poi proponendo lo “spezzatino” con partite giocate di venerdi alle 19,30 in pieno inverno. Il tutto per soddisfare le esigenze tecniche di una televisione online che, non avendo banda a sufficienza per tramettere tutte le gare in contemporanea, ne ha preteso la segmentazione. Televisione online diventata poi a pagamento per scimmiottare quanto avviene nel calcio che conta e inventarsi presunti diritti televisivi da pagare quando i commentatori dicevano “il Pro Patria” al posto della Pro Patria e confondevano Serafini con Vettraino. Innovazioni definite sperimentali ma il cui vero aggettivo per definirle è uno e uno solo: fallimentari. Tanto da cancellarle a uno a una e tornare al passato. E, che dire, della genialata del ripescaggio con contributo a perdere, in pratica un “riacquisto” più che un ripescaggio per cercare di cementare un pool di squadre economicamente forti ed evitare l’emorragia di fallimenti registrati negli ultimi anni. Classifiche stravolte da vagonate di punti di penalizzazioni, calcioscommesse che imperava mentre tutti facevano finta di non vedere e non capire, giocatori disoccupati a 25 anni per l’assurda politica dei giovani a cui nessuno interessava (e interessa) della loro carriera futura, ma solo dei contributi che sono in grado di portare alle società, grazie alla storpiatura e all’adattamento forzato della legge Melandri. Giocatori con lo zainetto ambiti quasi fossero i nuovi “Messi(a), genitori disposti a pagare ingaggi alle società pur di vedere il proprio figlio con la maglia di una squadra professionistica. Allenatori consenzienti a schierarli pur di mantenere saldo il posto in panchina. Campionati decisi nelle aule di tribunale tra norme mai chiare con sfumature e dettagli nebbiosi utili per essere declinati a proprio piacimento per accontentare le richieste del momento. Dirigenti sulla carta che appaiono e scompaiono facendo e lasciando danni inenarrabili che ricadono su chi arriva dopo. Eredità pesante sulla quale pagare dazio nei secoli dei secoli anche se le nuove dirigenze si dimostrano serie e corrette. In pratica, si lascia fare ai delinquenti e si chiede di pagare la pena agli onesti. E, a Busto, ne sappiamo qualcosa, anzi, molto. Di che stupirsi se dopo la prima giornata il campionato non ha un calendario? Di che stupirsi se per qualcuno Varese, Caronno e Arconate distano da Busto di più di Trento e Dro? Da un calcolo del nostro direttore sportivo Turotti emerge che la Pro Patria in occasione delle trasferta dovrà viaggiare per 1000 chilometri in più rispetto a quanti ne avrebbe percorsi se fosse stata inserita nel girone A. Mille chilometri di costi per società e tifosi, senza contare i minori incassi per la mancanza di partite con squadre confinanti. E 'serio tutto questo? Da cosa è motivato? A chi dice che questa è la giusta prevenzione per la violenza negli stadi rispondiamo che in una settimana la Pro Patria ha incontrato due squadre con tifoseria non certamente amata ( Como e Lecco) senza che cadesse il mondo e senza che venisse torto un capello a nessuno. Per cui, le giustificazioni stanno a zero. Si abbia il coraggio di dire quello che serve dire e, magari, quando si compilano i gironi, chi li compila, si dimentichi per un attimo il proprio luogo di nascita o di residenza. Giusto per stare lontano dalle tentazioni. Per finire, non era la tessera del tifoso che doveva risolvere tutti i problemi? Già abbandonata, neppure con questa ci avete preso. L'invito è quello di dimettervi, ma siccome sappiamo che la richiesta è praticamente impossibile, ve ne facciamo un'altra: almeno vergognatevi!

Flavio Vergani

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