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     All’inizio degli anni venti la Pro Patria et Libertate  U.S.B. 1881 distribuiva ai soci un bollettino, di colore azzurro, al fine di tenere bene informati gli sportivi bustesi sulla complessa attività svolta.
    Adamo Cocco, noto giornalista bustese,  venne in possesso nell'agosto 1950 di un esemplare alquanto sgualcito del bollettino  citato. Decise all'istante di riproporre alla tifoseria bustese un foglio idoneo a ragguagliare gli sportivi bustesi in primis sull'attività della Pro Patria ed anche  delle altre realtà sportive locali. Il primo numero del foglio ,  denominato Il Tigrotto “ periodico dello sport bustese “, era in edicola lunedì 4 settembre 1950  , costo  Lire 20.
     Provo ancora emozione al rileggerlo e penso che valga la pena riportarne uno stralcio dell’ Atto di Nascita,  che testualmente cita : “   Non legati ad alcuno, senza altra pretesa che di tenere informati  gli sportivi  bustesi da un punto  di vista  prettamente  bustocco,                 ci ripromettiamo un  sereno e speriamo proficuo lavoro, fiduciosi che sia ben accetto   da tutto coloro  che  allo  Sport    guardano come ad un mezzo di elevazione delle doti fisiche e morali dell’uomo.”
    Dado Como, pseudonimo di Adamo Cocco, stilò l’articolo di fondo : “ Sulla buona strada.”  “La squadra non ancora a punto, potrà esserlo in breve per un onorevole campionato “. La Pro Patria aveva battuto il Vicenza per 5 a 3 e l'olandese  Lakemberg, soprannominato Lambretta, era già in bella vista per buona  corsa e tocco sbrigativo.  L'articolo era compendiato da una  foto ritraente l'asso biancoblu Antoniotti accanto a Lakemberg, con l'annotazione  “ se diverse son le lingue, i due attaccanti hanno trovato nella sfera di cuoio l'interprete migliore”.
     Il Tigrotto “ si mantenne indipendente, non si legò ad alcun carro, stilettò a destra ed a manca, affrontò temi scabrosi con leale spirito costruttivo.
     Agli onesti e bravi collaboratori de “ Il Tigrottino “ nessun consiglio, bensì l'invito ad operare con leale serietà nel racconto dei fatti, seppur scabrosi, nell'interesse della  grande famiglia biancoblu”.
Giorgio Giacomelli

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