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Capita a tutti una giornata storta. Al commercialista che sbaglia i conti, al cuoco che mette troppo sale nella pasta, alla segretaria che non è precisa nella compilazione dell’agenda del capo, al pasticcere al quale non tutte le ciambelle escono con il buco.
Capita a tutti noi. Capita a chi lavora. Capita anche a un portiere giovanissimo che si trova a dover gestire una variabile imprevista: il vento. Si lascia sorprendere, va in confusione e perde sicurezza.
In questi casi cosa preferiremmo accadesse? Che il capo del commercialista, del cuoco, della segretaria, del pasticcere si scagliasse sul lavoratore insultandolo per l’errore definendolo  sei un cesso di commercialista , di cuoco, di segretaria ( tanto per usare un termine sentito ieri in tribuna e dedicato al nostro portiere), oppure ricevere un incoraggiamento, un aiuto psicologico, un incitamento di vicinanza?
Capita che in un giorno feriale molte persone prendano un permesso lavorativo, paghino pullman o carburante dell’auto, paghino il casello della costosissima autostrada “Brebemi”, paghino il biglietto di ingresso allo stadio, per assistere ad una partita di calcio dal risultato pressochè scontato.
Capita che la giornata nasca storta, come quella del cuoco, del pasticcere, della segretaria e si è chiamati a dimostrare che tipi di “capi” si vuole essere.
Si può scegliere di essere attori protagonisti della giornata storta aiutando chi è in difficoltà, oppure contribuire a rendere indimenticabile la loro giornata storta demolendolo psicologicamente e moralmente.
Vedere perdere la Pro Patria a Romano di Lombardia è inaccettabile per tutti. Dal primo all’ultimo dei presenti e degli assenti. 
Da chi perde soldi e ore lavorative, a chi ha messo un mare di soldi per costruire la squadra, a chi la dirige e a chi gioca. Su questo nessun dubbio. Il sentimento di rabbia e delusione che ne deriva è del tutto comprensibile e condivisibile. Il passo in più che serve fare tutti insieme è il più difficile. Capire l’importanza di essere un tifoso della Pro Patria in questo momento. Siamo in tanti e con tanta passione, possiamo fare la differenza. Poche squadre possono vantare i tifosi che la Pro Patria ha. Devono essere una forza, non una debolezza. Tifare contro i nostri ragazzi è un autogoal clamoroso il cui risultato è uno e unico: aiutare gli avversari.
Guadagnin è uscito dal campo con le lacrime agli occhi, mentre tutti gli altri tifosi uscivano con la gioia nel cuore per la vittoria. Oggi, mentre tutti hanno già archiviato la giornata di ieri, lui la sta vivendo ancora dopo una notte presumibilmente insonne.
Questo ragazzo ha 18 anni, un bambino in un ruolo come quello del portiere. Lo vogliamo aiutare o demolire?
Oggi, domani, dopo domani, penserà alla gara di Romano, a quanto fatto, a quanto sbagliato e a quanto ha sentito. Ecco, i tifosi potrebbero risparmiargli almeno una sofferenza, quella dell’insulto gratuito. Per aiutare lui e per essere sempre “pro” Patria. Nessun sbaglia per il gusto di farlo, quando accade servirebbe comprensione.
Si può fare come hanno fatto i ragazzi degli ultrà  (quelli che a volte costano 500 euro, ma li valgono tutti) che ieri si sono spesi per vincere la rabbia e la delusione del risultato e rivolgendosi ai tifosi della tribuna hanno urlato: “Forza ragazzi, oggi siamo tutti insieme, gridate con noi” e ha intonato canti e incitamenti per i ragazzi. Il pubblico si è lasciato coinvolgere da quell'atteggiamento positivo e il clima è cambiato sugli spalti e in campo.
 
Caso vuole che i canti e gli incitamenti abbiano prodotto il risultato sperato. La Pro Patria ha vinto e hanno vinto di più quei tifosi che hanno incitato di più, invece di scagliarsi contro la giornata storta.
Giovanni Zaro, presente in tribuna, ha più volte gelato con lo sguardo chi ha regalato offese gratuite ai tigrotti. Chi meglio di lui che il campo lo vive può capire quanto facciano male questi attacchi a chi in quel momento è in difficoltà e si sente abbandonato dai propri tifosi. Se non fosse chiaro a qualcuno, Giovanni può meglio dettagliare.
Essere squadra vuol dire essere forti nei momenti difficili, essere corpo unico con i ragazzi, soprattutto quando sono in difficoltà. Perché c’è qualcuno dei più esperti come Le Noci che le critiche se le fa scivolare addosso e risponde alle stesse con prestazioni super e altri più giovani che hanno bisogno di vicinanza per maturare anche a livello caratteriale.
Il ruolo degli spettatori può non comprendere alcuni obblighi che sono propri del tifoso. Occorre scegliere in che  posto sedersi. Dopo aver scelto occorre coerenza...che si vinca o che si perda.

Flavio Vergani

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