Mi ricordo ancora quando telefonai a Pippo Taglioretti, due anni fa, per il compleanno speciale, un traguardo particolarmente significativo visto che è nato nel 1936.
Ancora non avevo finito e giù
con i suoi rimproveri a quel giocatore, l’incoraggiamento all’altro e una
promessa quasi: potessi scendere in campo io…
Ma ancora più limpida fu la
conclusione di quella telefonata, quando tornò sull’argomento originario.
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Uè, guarda che
questi sono i miei primi ottant’anni.
Lo spirito, è sempre quello.
Pippo che scalpita, Pippo che non manca mai,
Pippo 389 volte biancoblù ma io ci appiccicherei qualche zero.
Oggi non possiamo che fare
gli auguri a un ragazzino di nome Pippo. Sperando che ci sveli – almeno un
poco, dai – il segreto di restare ragazzini, saggi e appassionati.
Marilena Lualdi
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