Termina la settimana di passione della Pro Patria con la
crocefissione dei tigrotti per l’opera della terza bergamasca incontrata sulla
via del Calvario. Infatti, un Caravaggio in dieci uomini e sotto di un goal
(Gucci) riesce a pareggiare grazie ad un rigore causato da Scuderi trasformato
da Lella.
Mister Javorcic mischia le carte e manda Colombo in tribuna
per Gazo, Mozzanica prende il posto di Pettarin con Le Noci a sostegno delle
punte Gucci e Santana.
Nonostante il freddo polare gli spalti sono biancoblù,
grazie al pullman degli ultrà e del Pro Patria Club e Tigrotto.
Se nelle gare passate la Pro Patria aveva creato molte
occasioni senza concretizzarle, oggi non si sono viste nemmeno quelle. Un goal
sull’unica occasione avuta e poi tanta leziosità, tanti lentezza, tanta
prevedibilità e tanta incapacità di pungere.
A livello fisico il Caravaggio è apparso più tonico, per
niente sofferente per l’uomo in meno e sempre pronto a ribaltare la situazione
con ripartenze ben congeniate.
In sintesi, la Pro Patria non c’è più. Qualcuno sostiene
psicologicamente, può darsi che sia così, ma crediamo che se una squadra a tre
punti potenziali dal Rezzato non trova gli stimoli per battagliare significa
che si è sbagliato qualcosa nella scelta dei giocatori, soprattutto a livello
caratteriale.
Se invece, come sembra essere più reale, il calo è di natura
prettamente fisico ci se deve chiedere il motivo per il quale per il secondo
anno consecutivo la Pro Patria avverta un crollo in questo periodo del
campionato. Lo scorso anno dopo la gara di Monza i tigrotti sparirono dai radar
dell’alta classifica, quest’ anno sta accadendo la stessa situazione.
Ma, se l’ anno scorso
la rosa non era potenzialmente paragonabile al Monza, quest’ anno vedere
la Pro Patria al terzo posto e non in
grado di vincere uno scontro diretto con realtà certamente non paragonabili
come qualità e valore a quelle dei biancoblù, connota come un vero e proprio
fallimento il risultato che si sta delineando.
A fine gara a fronte della comprensibile contestazione dei
tifosi, Santana dapprima ha dato l’idea di volerli affrontare per il solito
dialogo, ma sentito che le critiche erano anche a lui rivolte, ha fatto dietro
front con aria molto scocciata.
Che dire, Santana avrebbe dovuto garantire quel valore
aggiunto che ha fornito nella prime dieci giornate di campionato, poi c’è stato
e non c’è stato, ha segnato poco e sbagliato molto. E’ logico che i tifosi da
lui si sarebbero aspettati moltissimo. Anche perché non si è agito sul mercato
invernale nel reparto offensivo proprio per attendere i suoi goal. Invece, oggi
si è assistito ad un’altra sua prestazione incolore.
Game over in casa Pro Patria ora chiamata a difendere la
dignità, onorare la maglia e rispettare i tifosi che anche quest’ anno
probabilmente non avranno la gioia sperata.
Certamente l’ambiente si sente un po’ tradito da questi
giocatori che sulla carta avrebbero dovuto mangiare questo campionato e che
invece sta terminando nel solito modo.
La società ha fatto di tutto e di più per allestire una squadra competitiva, i
tifosi si sono sacrificati per stare sempre vicino ai biancoblù, ma il
risultato è al momento molto distante dall’obiettivo.
A Mister Javorcic e al direttore Turotti il compito di analizzare
la situazione e capire come dare un senso alla stagione. Nessuno esulterà per l’eventuale
vincita dei play off, ma almeno si lotti fino all’ultimo per dimostrare quello
che poteva essere e non è stato. Prestazioni come quella odierna non sono più
accettabili e giustificabili da una squadra costata molto e dalla quale ci si
aspettava ben altro.
Flavio Vergani
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